Nota su di un sonetto
antimassonico
La
poesia non è estranea alla battaglia culturale tra liberali e legittimisti, tra
difensori dell’antico regime e modernisti. Una battaglia fatta di idee, di
sangue, di abnegazione ad una causa. Oggi vi riporto un sonetto del 1792 in
difesa del trono e della chiesa. Inequivocabile il riferimento alla Massoneria:
Tra i compassi e le squadre all’aer scuro.
La Massoneria non può non essere chiamata in causa in quanto considerata madre
di tutte le segrete società sorte tra il XVIII e XIX secolo e portatrici tra le
altre cose del virus della libertà e
del progresso umano prima ancora che politico. Autore di questo sonetto è con
ogni probabilità l’abate Odoardo Cocchis di Tigliole d’Asti, anche se è stato
attribuito a Luigi di Braganza, a padre Appiano Buonafede ed al Principe di
Canosa Antonio Capece Minutolo. Del “Canosa” avrò modo di parlare nello
specifico in prossimi post sia in riferimento alla sua lotta alla Carboneria e
vicinanza alla società dei Calderari (Calderai) sia in riferimento al suo libro
(probabilmente riedito nei prossimi mesi) I
piffari della montagna edito poco prima dei moti del ’20, quasi come
incipit di questo volume troviamo il sonetto Tra i compassi e le squadre all’aer scuro.
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Michele Leone