venerdì 2 settembre 2016

Tra i compassi e le squadre all’aer scuro

Nota su di un sonetto antimassonico

La poesia non è estranea alla battaglia culturale tra liberali e legittimisti, tra difensori dell’antico regime e modernisti. Una battaglia fatta di idee, di sangue, di abnegazione ad una causa. Oggi vi riporto un sonetto del 1792 in difesa del trono e della chiesa. Inequivocabile il riferimento alla Massoneria: Tra i compassi e le squadre all’aer scuro. La Massoneria non può non essere chiamata in causa in quanto considerata madre di tutte le segrete società sorte tra il XVIII e XIX secolo e portatrici tra le altre cose del virus della libertà e del progresso umano prima ancora che politico. Autore di questo sonetto è con ogni probabilità l’abate Odoardo Cocchis di Tigliole d’Asti, anche se è stato attribuito a Luigi di Braganza, a padre Appiano Buonafede ed al Principe di Canosa Antonio Capece Minutolo. Del “Canosa” avrò modo di parlare nello specifico in prossimi post sia in riferimento alla sua lotta alla Carboneria e vicinanza alla società dei Calderari (Calderai) sia in riferimento al suo libro (probabilmente riedito nei prossimi mesi) I piffari della montagna edito poco prima dei moti del ’20, quasi come incipit di questo volume troviamo il sonetto Tra i compassi e le squadre all’aer scuro.

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Gioia - Salute - Prosperità
Michele Leone


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