lunedì 21 dicembre 2015

21 dicembre 2015

A voi il mio pensiero più affettuoso per il questo 21 dicembre



Gioia - Salute - Prosperità
Michele

domenica 13 dicembre 2015

Andania

… I candidati a ricevere l’iniziazione per la prima volta indossino la strighilide. Ma al comando dei hieroi depongano la strighilide e si incoronino tutti di alloro. (§ 4) (disposizioni per) il vestiario.
I candidati a ricevere l’iniziazione ai misteri stiano in piedi, scalzi, e indossino
Una veste bianca…
…(§ 11) (Disposizioni relative a) I tributi…
… la tassa d’ingresso pagata dai candidati per la prima volta all’iniziazione..

Il giuramento

“…Se rispetto il giuramento prestato. Possa io ricevere il premio destinato ai pii, destino contrario mi tocchi se commetterò spergiuro”.

(in Le religioni dei misteri, vol. II pp. 143-145 e p. 153)

Questo post è più che altro una nota personale nell’ambito di alcune ricerche sulla iniziazione, rito e mito. Oggi lo lascio senza commento, ma chi è avvezzo alla lettura delle cose iniziatiche e misteriche non avrà bisogno di spiegazioni per cogliere quanto vi è di tradizionale in molte pratiche ancora oggi in uso in alcune scuole iniziatiche.

Gioia – Salute – Prosperità
©Michele Leone


Immagine: Mercurio di Giovanni Antonio Burrini Bologna 1656-1727


sabato 12 dicembre 2015

PHILOSOPHIA 0.1

Da tempo, ed è irrilevante la quantità dello stesso essendo il tempo almeno nella accezione comune una banale convenzione, mi interrogo su quale possa essere la strada da seguire per trasmettere e portare alla luce in una forma organica e comprensibile parte del messaggio della PHILOSOPHIA. La trasmissione e forse la stessa comprensione non posso non essere che parziali. Chi può sostenere di aver compreso? La stessa parola philosophia, è volutamente resa in questa forma segnica e non nel più comune filosofia. La motivazione di questa grafia è tanto semplice quanto cruciale. Se ad esempio digitiamo sul vocabolario on-line della Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/filosofia/) la parola filosofia avremo questa definizione: “Nella tradizione occidentale, termine che, a partire da un primo sign. di desiderio di cultura e di conoscenza in generale, si specifica, già all’epoca della filosofia classica greca, come quell’attività del pensiero (identificantesi con il filosofare) che tende a ricercare quanto rimane stabile in ogni esperienza e costantemente valido come criterio dell’operare, finendo quindi con l’indicare il risultato stesso della ricerca: di qui il significato di forma di sapere che tende a superare ogni conoscenza settoriale per attingere ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, al fine di definire le strutture permanenti delle realtà di cui l’uomo ha esperienza e di indicare norme universali di comportamento. …”. Questa definizione come molte di quelle che si possono trovare in vocabolari, dizionari ed enciclopedie, sono a mio avviso monche e fuorvianti. A solo titolo di esempio mancano una definizione ed una distinzione tra: cultura, conoscenza e sapienza. Come se non bastasse in molti di questi strumenti si parla di termine (seppur in senso tecnico) e non di parola. Termine rimanda inevitabilmente al declino e non alla “forza creazionale”. E’ il declino del pensiero e del sacro nell’Occidente che crea la filosofia come oggi viene intesa ed insegnata. E’ questo declino, accettato con gioia e rassegnazione, a renderci dei dinosauri prossimi ad una poco dignitosa estinzione. Non a caso molti Filosofi sono esclusi dai manuali e di molti altri viene moncato ed amputato il pensiero, mentre alcuni filosofi sono osannati come eroi.  Tradizionalmente  il primo a definirsi filosofo è stato Pitagora e a questo indagatore che in buona parte dobbiamo rifarci per restituire alla philosophia il suo senso più autentico. Senso di unione e non separazione. Dobbiamo restituire alla philosophia la poiesis intesa come capacità di creare, come intima connessione al mito ad alla poesia, conseguentemente ritrovare il punto tangente con il sacro. Nulla di quanto ha a che fare con gli uomini è estrano alla filosofia, questa affermazione se è vera da un lato è insufficiente dall’altro. Insufficiente perché dovremmo rifinire cosa è umano.
Tornando all’inizio di questa pagina, come trasmettere? Prima di trasmettere bisognerebbe comprendere e se non comprendere nella pienezza del significato di questa parola ed idea, almeno aver viaggiato ed esperito le strade dell’essere. Non è possibile trasferire una conoscenza (oserei dire una coscienza) sia essa profana sia essa iniziatica se non si è avuta una qualche esperienza della stessa. Una prima risposta la troviamo già nella formulazione della domanda, ossia, come e non cosa. A mio avviso bisognerebbe trasmettere non con la fredda e spesso spocchiosa quanto inutile ragione (soprattutto se intesa e declinata come dal 17 febbraio 1600 in avanti), ma con l’entusiasmo e l’amore. Questo discorso è lungi dall’essere completato, mancano innumerevoli varianti, mancano le definizioni di scienza, il rapporto tra questa e la Magia ed una definizione di quest’ultima arte e la verifica se sia la Magia o la Philosophia l’Arte per eccellenza. Manca la definizione di quali strumenti intellettuali, animici o spirituali bisogna utilizzare per percorrere le via dell’Arte. Per oggi può bastare…
Gioia – Salute – Prosperità
©Michele Leone

Immagini prese dalla rete



mercoledì 9 dicembre 2015

Il richiamo della Tempesta 0.1

Ich bin kein ausgeklügelt Buch,
Ich bin ein Gott mit seinem Widerspruch

Molti anni fa, oserei dire alcune vite or sono, ebbi a scrivere una poesia dal titolo Il marinaio; di quei versi giovanili rimangono solo una targa, una pergamena ed un titolo. Nel profondo restano emozioni e sensazioni, resta un sentire accompagnato da un modo di essere e di vivere che nella sua essenza non può essere sradicato. Si possono compiere innumerevoli volteggi, si può essere come diceva simpaticamente qualcuno marinai d’acqua dolce, si può persino essere marinai di terra. Per i più svariati motivi si può abbandonare od affondare il proprio legno e volgere le spalle al mare. Si posso fare tante cose, si può perfino arrivare ad illudersi di averlo dimenticato. Il mare, come l’Africa danno astinenza, prima o poi una qualunque sirena ricomincerà a cantare.
Di lontano, percepire una tempesta in arrivo, la madre di tutte le Tempeste! E’ quello il momento in cui viene messa in discussione la vocazione, la Tempesta è la chiamata. Sono gli dèi di molteplici pantheon assisi a gustarsi lo spettacolo della scelta. Se si è divenuti marchiati, segnati, siano essi simboli visibili o metafisici, non si può eternamente fuggire alla propria essenza. Il destino non è un accidenti frutto del caso è una scelta, è l’armonizzare le energie forti con quelle dolci, è quanto è ineluttabile, non perché inevitabile o posto da altri sulla nostra strada, è ineluttabile perché è l’unica strada che possiamo compiere. La tempesta è la chiamata, è la manifestazione fisica dello scioglimento di cordoni ombelicali metafisici o psichici a seconda di quello che preferite. Alla Tempesta non si può non rispondere, una risposta va data, una risposta che risiede nello scarto e contemporaneamente nella somma non algebrica di Eros e Thanatos!
Non vi è più tempo, bisogna correre li al limite dell’abisso e decidere se essere spettatori della tempesta o viverla. Lo spettatore, già privilegiato per essere arrivato a godere dello spettacolo potrà al massimo godere del sublime; affrontarla significa divenire altro, significa ricomporre quanto è sparso o specularmente disperdersi nel creato. Dispersione questa volta, naturale ed armonica sì vicina alla musica delle sfere.
Hermes il viaggiatore, claudicante mi  avvio nel bosco per scegliere la legna…
Gioia – Salute – Prosperità

©Michele Leone 



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