sabato 25 aprile 2015

L'iniziato uomo del dubbio?

Un Carissimo amico, qualche tempo or sono mi ha posto questo quesito. Tardivamente mi accingo a rispondere, una risposta non facile e per certo non esaustiva. Per scelta ho deciso di evitare le possibili molteplici citazioni e seguire una via diversa.
Per molti l’iniziato come ad esempio il massone è uomo del dubbio. Ma cosa si intende per dubbio? La risposta a questa domanda non è una questione di mera semantica.
Il dubbio nella sua accezione comune è uno stato di incertezza e di “impossibilità” a compiere una scelta. Quindi in questa accezione non può essere accettato. Non può essere accettata questa definizione perché l’iniziato non è mai nell’immobilità, tranne forse nel grado più alto della sua “illuminazione”, ma se raggiunta diventerebbe altro da sé. Iniziando a volgere lo sguardo alla filosofia, che di certo è più vicina, se non figlia della poesia e delle scuole iniziatiche, al nostro discorso, il senso del dubbio inizia a cambiare. Abbiamo il dubbio degli scettici solitamente opposto al dubbio di Cartesio, detto anche dubbio metodico. Volendo questo tipo di dubbio è il più simile a quello degli iniziati, anche se siamo ancora lontani dalla esatta interpretazione; il dubbio dell’iniziato è paragonabile alla “cerca”, spesso associata al Graal nella letteratura. A queste considerazioni è opportuno aggiungere e ricordare che il dubbio nel greco potrebbe essere reso con: 1) adelos,  2) aporia e 3) amphibolos. Adelos con la a privativa rimanda alla assenza di chiarezza e di evidenza. Nel nostro discorso diventa ciò che non è manifesto o visibile; quindi l’iniziato potrebbe essere colui che cerca di cogliere quanto non è manifesto. Aporia, quasi come una strada senza uscita, è un termine tecnico che denota una difficoltà del pensiero, nello specifico durante una speculazione una difficoltà di tipo logico. In ultimo Amphibolos, che rimanda immediatamente all’anfibologia che è uno dei mezzi di espressione tipici delle scuole iniziatiche e delle società segrete. Se dell’anfibologia abbiamo detto e diremo altrove è indispensabile ricordare che questa parola può essere così composta: amphi+bolos(da ballein)+logos. Ballein rimanda a quel “gettare” separare, dividere che è in diabballo, in questo caso nel senso proprio dell’alchimia e dell’operazione del solve, intimamente legata alla nigredo. Il solve il separare come operazione preliminare e fondante della “cerca”, solo dopo arriverà il riunire ciò che è sparso. Il dubbio è così intimamente legato anche alla dualità che la sua origine, andando sempre più a ritroso potrebbe essere nella radice sanscrita dva (dvi) che sta per due. Dva e Dvi, tra le altre compongono due parole: 1) dvija, il due volte nato, di cui si è già detto in altre sedi, e 2) dvara, il varco, l’apertura nel senso si accesso e possibilità sia essa sensoriale o iniziatica.
In questo senso l’iniziato è uomo/donna del dubbio. E’ un instancabile “cercatore” senza pregiudizi e senza verità aprioristicamente confezionate. Egli separa quanto trova sul suo cammino compiendo delle scelte e vivendo sino a ri-nascere una o molteplici volte. Separa senza sosta parti della sua propria essenza e ri-trova quanto era nascosto o celato. Egli non dubita nel senso “volgare” della parola. E’ un uomo d’azione e di pensiero instancabile nel suo peregrinare i molteplici stati e stadi dell’essere e del mondo.
Gioia – Salute – Prosperità
© Michele Leone
Immagini prese dalla rete

1) Viktor Vasnetsov,  IL CAVALIERE AL BIVIO 1878

2) Annibale Caracci, Ercole al Bivio 1595/96

Sul segreto

"La nostra causa è un segreto velato in un segreto, il segreto di qualcosa che rimane velato, un segreto che solo un altro segreto può insegnare: è un segreto su un segreto che si appaga di un segreto" Ja'far Sadiq
Se l’autore di questa frase a molti non dice nulla, di certo il suo allievo è più conosciuto del maestro: Geber.
In queste poche parole, che possono apparire ridondanti vi è un indizio su quello che da sempre celano scuole iniziatiche e società segrete, ossia, l’incomunicabilità della sapienza, della conoscenza che in altra forma viene raccontata nel Cantico dei Cantici. Inutile ora aggiungere altro, se non l’invito a re-flectere su quanto dice Ja'far Sadiq.
Gioia –Salute – Prosperità
© Michele Leone

Immagine presa dalla rete. La luce del mondo di William Holman Hunt 1853/54

domenica 19 aprile 2015

dal convegno Simbologia Templare, Cavalleresca e Massonica

In attesa dell audio o della trascrizione del mio intervento,  ecco alcune immagini del convegno di oggi con Alessandro Meluzzi e Giancarlo Guerreri.



sabato 18 aprile 2015

"notte prima degli esami"


Domani a questa ora sarà finito il convegno. Come sempre assaporo l’emozione del novizio o dello spasimante al primo incontro, sul mio tavolo i libri più “disperati” aperti nel tentativo di improbabili connessioni neurali con la carta e con i loro autori.

Guardo la mia agenda, forse mezza pagina di appunti e una decina di parole che si inseguono con il segno matematico implica, come ogni volta che è possibile l’intervento sarà a braccio. Come spesso accade il desiderio è quello di andare fuori tema, almeno un pochino.

Chiudo gli occhi, cerco di immaginare i volti del “pubblico” e mi impegno nell’impossibile operazione di cercare di cogliere quello che più potrebbe interessare, di individuare quello che potrebbe sedurli. Si è un gioco di seduzione non di conoscenza. Imparare a memoria una lezione, possibilmente ricca di citazioni erudite è compito improbo ma non impossibile. Sedurre, affascinare parlando di temi spesso sconosciuti ed ostici è un'altra cosa. Sedurre, per donare qualcosa, almeno la sensazione che non abbiano perso il loro tempo o cosa più auspicabile che tornati a casa inizino ad appassionarli e leggere degli argomenti affrontati. Questa è la sfida: non sapere, saper dire.

Trasmettere, in quanti post e luoghi ho parlato della trasmissione, delle iniziazioni e varie ed avariate idee. Poi arriva la “notte prima degli esami” ed è sempre come la prima volta, come ogni volta che si incontra l’amata (foss’anche la millesima) il cuore inizia ad accelerare e lo stomaco è in subbuglio. Un mix di sensazioni ed emozioni che spero non mi abbandonino neanche tra 200 anni. Non basta sapere, io per giunta so di non sapere, forse la magia consiste nell’amare e nel “subire” gli affetti dell’amore.

E poi non dite che sono il solito burbero, imperturbabile ragazzo dagli occhi di ghiaccio J

Ah di cosa parlerò? Lo scopriremo domani…

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

Immagine presa dalla rete Edmund Blair Leighton - The Accolade (1901)

domenica 12 aprile 2015

Cenno su Haṁsa

Haṁsa: “cigno”; il cigno, quale simbolo di Brahamā, che cova l’Uovo del Mondo; il Cigno quale simbolo dell’ ātman, ovvero dell’Anima universale. Lo haṁsa è <<il suono della natura di mantra>>, mantra che riunisce due aspetti: la presa di consapevolezza dell’essere individuato […] e la consapevolezza dell’Essere assoluto […] che caratterizzano il ciclo vitale ed esistenziale di ogni ente, ovvero l’emergenza della forma e la sua soluzione nell’essenza. […] Come aggettivo haṁsa è un titolo attribuito a yogin di alto rango. Il termine haṁsa indica anche il varṇa primordiale che esisteva nel kṛtayuga e che conteneva in principio e allo stato indifferenziato i quattro varṇa successivi.[1]
Più avanti approfondiremo il discorso sulla simbologia degli uccelli e sul loro linguaggio. Questa nota, quasi di servizio, per una brevissima considerazione sul come al di la di lievi differenze, il significato e la spiegazione della parola Haṁsa possa sembrar essere tratta da un tomo di alchimia medievale. Riunire quanto è sparso è uno dei doveri più improbi ed entusiasmanti che esistano. Quello che agli inizi sembra un caotico insieme di puzzle di miglia di pezzi lanciati alla rinfusa su un tavolo con il passare del tempo da un lato sembra ordinarsi e creare un mosaico dall’altro diviene sempre più confuso. E’ nella pace e nel silenzio, che si inizia ad intravedere il filo che tutto lega. Vi è pure l’istante dell’illuminazione che come folgore giunge ma, i pochi che la ricevono difficilmente possono comunicarla. Allora una è la via, quella della pazienza e del lavoro, lavoro che porta ad imbastire e disfare la tela innumerevoli volte, alle guisa di novelle Penelope. La filosofia, che è anche alchimia, alla fine deve giungere alla nigredo. La stessa parola deve morire per lasciare spazio a quella unica e sincronica vibrazione che è il respiro del “mondo”, due ed uno allo stesso tempo.
Gioia – Salute – Prosperità
©Michele Leone
Immagini prese dalla rete





[1] Glossario Sanscrito, Roma 2011

Appunti per un articolo su Castel del Monte

Attraversato il portale, il percorso è praticamente obbligato. L’obbligatorietà del percorso, i giochi delle luci e degli accadimenti astronomici lo rendono assai simile ad un labirinto, anzi, lo rendono un labirinto. Labirinto nella sua accezione classica ossia unicursale al pari di quelli rappresentati in molteplici cattedrali e non solo. E nel labirinto, non solo la luce anche le ombre a ricorrersi, a creare una opportunità di scelta, una necessità nel cammino. L’ombra e la luce, destrutturate da ogni valenza morale, sono parte del percorso. Ed ecco che bisogna camminare sul bianco e sul nero, a memoria del massonico pavimento a scacchi, per giungere non alla meta ma solo al passo successivo. La meraviglia ed il senso ritornano forti, perché ad un certo punto, mentre si cammina e si sale bisogna sentire ed utilizzare i sensi quelli fisici e quelli dello spirito. E meravigliarsi di quanto è in noi di luce e tenebra. Ecco allora cosa potrebbe essere, tra le altre cose Castel del Monte un labirinto e in quanto labirinto mandala, in quanto mandala può rimandare allora ad un fiore e se fiore deve essere sia rosa. Se è rosa, non può che essere la Rosa, quella degli iniziati che da un lato genererà i filosofi Rosa+Croce e dall’altro rimanderà ai custodi del Graal. Graal che secondo alcune leggende qui sarebbe custodito.
Gioia – Salute - Prosperità
© Michele Leone

Immagini prese dalla rete


sabato 11 aprile 2015

Convegno: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA

Vi segnalo con piacere un convegno che si terrà il prossimo 19 Aprile a Casale Monferrato: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA - Templari a Casale Monferrato e dintorni.
Nella speranza di incontrare qualcuno di Voi vi auguro buon fine settimana
Michele
#templari  #massoneria #simboli #mito


lunedì 6 aprile 2015

Nota preliminare sulla Melagrana 01


Dalla Mesopotamia alla Massoneria, passando probabilmente dalla cacciata dal Paradiso e da Troia la melagrana percorre la storia dell’umanità. A questo frutto presente nell’iconografia e nel sacro da sempre dovremmo dedicare un intero lavoro. Ma come strutturarlo? Un manuale di cucina, un volume di storia della medicina, un libro di alchimia o sulle tinture, un semplice itinerario attraverso le immagini di questo frutto e del suo albero? Forse l’ultima ipotesi la più attuabile per creare un viaggio che accompagni per mano il viaggiatore in alcuni millenni di storia e di storie spesso, troppo spesso, poco raccontate. Un viaggio attraverso e nella Madre che tutto crea ma anche distrugge, tra Eros e Thanatos, senza dimenticare la ri-nascita dovuta ad ogni Iniziato. Lo stupore che con fanciullesco spirito mai deve abbandonare lo sguardo anche di chi ha vissuto lungamente. Un viaggio in 613 tappe o più semplicemente in uno unico lungo sguardo che tutto abbraccia.      

Questa è una intenzione, ma senza volere nulla è possibile è questi sono solo appunti, in un giorno qualunque che molti passano a bivaccare dimentichi delle occulte eppur luminose simbologie che scorrono nei giorni e nelle notti che affannosi viviamo o lasciamo scorrere cercando di afferrare insignificanti emblemi di inutile consumismo dello spirito.

La melagrana, frutto della morte e della resurrezione…

Appunti iconografici minimi:

Persefone  -  Rossetti

Venere Verticordia - Rossetti

Chiesa di S. Maria Maggiore in Caramanico

Statua di Hera in trono con Melagrana

Dioniso e Demetra in trono

Madonna con melograno – Botticelli

Madonna della melagrana 1406

Madonna delle rose - Stefan Lochner

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

Immagine presa dalla rete

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