Da
tempo, ed è irrilevante la quantità dello stesso essendo il tempo almeno nella
accezione comune una banale convenzione, mi interrogo su quale possa essere la
strada da seguire per trasmettere e portare alla luce in una forma organica e
comprensibile parte del messaggio della PHILOSOPHIA. La trasmissione e forse la
stessa comprensione non posso non essere che parziali. Chi può sostenere di
aver compreso? La stessa parola philosophia, è volutamente resa in
questa forma segnica e non nel più comune filosofia. La motivazione di questa
grafia è tanto semplice quanto cruciale. Se ad esempio digitiamo sul
vocabolario on-line della Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/filosofia/)
la parola filosofia avremo questa definizione: “Nella tradizione
occidentale, termine che, a partire da un primo sign. di desiderio di cultura e
di conoscenza in generale, si specifica, già all’epoca della filosofia classica
greca, come quell’attività del pensiero (identificantesi con il filosofare) che
tende a ricercare quanto rimane stabile in ogni esperienza e costantemente
valido come criterio dell’operare, finendo quindi con l’indicare il risultato
stesso della ricerca: di qui il significato di forma di sapere che tende a
superare ogni conoscenza settoriale per attingere ciò che è costante e uniforme
al di là del variare dei fenomeni, al fine di definire le strutture permanenti
delle realtà di cui l’uomo ha esperienza e di indicare norme universali di
comportamento. …”. Questa definizione come molte di quelle che si
possono trovare in vocabolari, dizionari ed enciclopedie, sono a mio avviso
monche e fuorvianti. A solo titolo di esempio mancano una definizione ed una
distinzione tra: cultura, conoscenza e sapienza. Come se non bastasse in molti
di questi strumenti si parla di termine (seppur in senso tecnico) e non di
parola. Termine rimanda inevitabilmente al declino e non alla “forza
creazionale”. E’ il declino del pensiero e del sacro nell’Occidente che crea la
filosofia come oggi viene intesa ed insegnata. E’ questo declino, accettato con
gioia e rassegnazione, a renderci dei dinosauri prossimi ad una poco dignitosa
estinzione. Non a caso molti Filosofi sono esclusi dai manuali e di molti altri
viene moncato ed amputato il pensiero, mentre alcuni filosofi sono osannati
come eroi. Tradizionalmente il primo a definirsi filosofo è stato Pitagora
e a questo indagatore che in buona parte dobbiamo rifarci per restituire alla philosophia il suo senso più autentico.
Senso di unione e non separazione. Dobbiamo restituire alla philosophia la poiesis intesa come capacità di creare, come intima connessione al mito ad
alla poesia, conseguentemente ritrovare il punto tangente con il sacro. Nulla
di quanto ha a che fare con gli uomini è estrano alla filosofia, questa
affermazione se è vera da un lato è insufficiente dall’altro. Insufficiente perché
dovremmo rifinire cosa è umano.
Tornando all’inizio di questa pagina,
come trasmettere? Prima di trasmettere bisognerebbe comprendere e se non
comprendere nella pienezza del significato di questa parola ed idea, almeno
aver viaggiato ed esperito le strade dell’essere. Non è possibile trasferire
una conoscenza (oserei dire una coscienza) sia essa profana sia essa iniziatica
se non si è avuta una qualche esperienza della stessa. Una prima risposta la
troviamo già nella formulazione della domanda, ossia, come e non cosa. A mio
avviso bisognerebbe trasmettere non con la fredda e spesso spocchiosa quanto
inutile ragione (soprattutto se intesa e declinata come dal 17 febbraio 1600 in
avanti), ma con l’entusiasmo e l’amore. Questo discorso è lungi dall’essere
completato, mancano innumerevoli varianti, mancano le definizioni di scienza,
il rapporto tra questa e la Magia ed una definizione di quest’ultima arte e la
verifica se sia la Magia o la Philosophia l’Arte per eccellenza. Manca
la definizione di quali strumenti intellettuali, animici o spirituali bisogna
utilizzare per percorrere le via dell’Arte. Per oggi può bastare…
Gioia – Salute – Prosperità
©Michele Leone
Immagini prese dalla rete
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