Ich bin kein ausgeklügelt Buch,
Ich bin ein Gott mit seinem
Widerspruch…
Molti anni fa, oserei
dire alcune vite or sono, ebbi a scrivere una poesia dal titolo Il marinaio; di
quei versi giovanili rimangono solo una targa, una pergamena ed un titolo. Nel
profondo restano emozioni e sensazioni, resta un sentire accompagnato da un
modo di essere e di vivere che nella sua essenza non può essere sradicato. Si possono
compiere innumerevoli volteggi, si può essere come diceva simpaticamente
qualcuno marinai d’acqua dolce, si può persino essere marinai di terra. Per i
più svariati motivi si può abbandonare od affondare il proprio legno e volgere
le spalle al mare. Si posso fare tante cose, si può perfino arrivare ad
illudersi di averlo dimenticato. Il mare, come l’Africa danno astinenza, prima
o poi una qualunque sirena ricomincerà a cantare.
Di lontano, percepire
una tempesta in arrivo, la madre di tutte le Tempeste! E’ quello il momento in
cui viene messa in discussione la vocazione, la Tempesta è la chiamata. Sono
gli dèi di molteplici pantheon assisi a gustarsi lo spettacolo della scelta. Se
si è divenuti marchiati, segnati, siano essi simboli visibili o metafisici, non
si può eternamente fuggire alla propria essenza. Il destino non è un accidenti
frutto del caso è una scelta, è l’armonizzare le energie forti con quelle
dolci, è quanto è ineluttabile, non perché inevitabile o posto da altri sulla
nostra strada, è ineluttabile perché è l’unica strada che possiamo compiere. La
tempesta è la chiamata, è la manifestazione fisica dello scioglimento di cordoni
ombelicali metafisici o psichici a seconda di quello che preferite. Alla Tempesta
non si può non rispondere, una risposta va data, una risposta che risiede nello
scarto e contemporaneamente nella somma non algebrica di Eros e Thanatos!
Non vi è più tempo,
bisogna correre li al limite dell’abisso e decidere se essere spettatori della
tempesta o viverla. Lo spettatore, già privilegiato per essere arrivato a
godere dello spettacolo potrà al massimo godere del sublime; affrontarla
significa divenire altro, significa ricomporre quanto è sparso o specularmente
disperdersi nel creato. Dispersione questa volta, naturale ed armonica sì
vicina alla musica delle sfere.
Hermes il viaggiatore,
claudicante mi avvio nel bosco per
scegliere la legna…
Gioia – Salute –
Prosperità
©Michele Leone