0.1
appunti per un
ripensamento e nuovo umanesimo degli studi latomistici
Queste
poche righe sono un primo schizzo per un lavoro più ampio che non può essere
completato in questa sede, voglio essere un promemoria ed una “provocazione”
allo stesso tempo.
Parlare
di massoneria, non è facile, per assurdo non è facile “ascoltare” di
massoneria, nel senso che le informazioni e le controinformazioni sono così
tante, varie ed in taluni casi avariate che è quasi impossibile senza una guida
approcciarsi all’argomento. Una volta che ci si avvicina alla massoneria,
bisogna poi intendere a quale aspetto di questa Società ci si vuole avvicinare. Ci si può avvicinare alla
Massoneria vera e propria, ovvero, quella azzurra, si possono studiare i vari Riti, si può cercare nella storia, si
può essere affascinati dall’aspetto esoterico, si può cercare la Lobby ed il
Diavolo e così via. Come se questo non bastasse molti autori massonici ed
antimassonici si pongono come detentori di verità assolute. Questo quadro
apparente sconfortante si complica ancora di più quando si entra nel mondo
della proto massoneria (ovvero il periodo anteriore al 24/06/1717). Il problema
di molti studi sulla massoneria sta nell’approccio alla questione. Moltissimi
autori e non si sa perché ignorano tutti i riferimenti e gli autori canonici
che si sono occupati di storia, filosofia etc. nei periodi presi in esame, è
quasi come un tirarsi fuori dalla realtà e dalla comunità scientifica ed
accademica. Non sono un amante delle accademia e delle comunità scientifiche,
ma ignorarle a volte non è un bene.
Ma
veniamo al titolo di questa nota, le donne per la massoneria di stampo Anglosassone
che si rifà agli antichi usi, come stabilito nei landmark e nelle costituzioni
di Anderson del 1723 non posso essere iniziate. Ma è vero che le donne non
facevano parte delle corporazioni dei muratori? Lo stesso vale per i cantieri,
la storia dell’architettura, la storia sociale del medioevo, etc. spesso si è
preferito idealizzare o “strumentalizzare” anziché studiare, paragonare,
verificare. Sulla stessa carta di Bologna del 1248 A.D. esistono troppo pochi
studi. Eppure nelle antiche costumanze, negli antichi statuti esistono
informazioni ed usi su pratiche utilizzate dalla massoneria contemporanea senza
più consapevolezza e/o memoria.
Guardando
le bibliografie di innumerevoli studi sulla massoneria ci accorgiamo dell’assenza
di autori fondamentali per uno studio “scientifico” della materia. Ecco alcuni
grandi assenti: J. Le Goff, J. Huzinga, M. Bloch, F. Cardini, E. Garin, U. Eco,
E. Zolla, W. Tatarkiewicz, J. Baltrusaitis, C. Charbonneau-Lassay, E. Gilson,
A. de Libera, E. Male, E. Panofsky, solo per citare alcuni autori. Queste
assenze, soprattutto per quei lavori che si pongono al di fuori di un esoterismo
tout court denotano, seppur in buona fede, un’impossibilità ad un approccio
ampio e slegato da una visione settaria e dogmatica della massoneria, non basta
queste assenze impediscono di avere degli strumenti forti verso i detrattori
della Massoneria.
Mi
rendo conto, mentre scrivo, che queste righe sono diventate altro dal mio
intendimento originale e stanno diventando una critica (non nell’accezione
volgare) a molti studiosi che tanto hanno dato. Senza questa critica, senza un
ripensamento forte dell’approccio allo studio delle cose massoniche forse non
cambierà nulla, ma se amplieremo lo spettro, se lanceremo al di la dei sogni e
dei desiderata il nostro spirito ed intelletto forse riusciremo a meglio
penetrare un mondo complesso ed affascinante come quello della Massoneria.
Michele Leone
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