venerdì 1 novembre 2013

Appunti sulle Tavole massoniche


Il lavoro massonico, nel senso del lavoro individuale messo a disposizione e condiviso con gli altri si esplica nell’incisione delle tavole. Ma cosa è una tavola? In cosa consiste? Come va redatta?  

Agli occhi di molti queste posso sembrare domande banali finanche scontate, ma è davvero così? Non ho una risposta certa, ma per certo l’interrogarsi non è mai banale e se pensiamo a tutti coloro e si affacciano agli studi delle cose massoniche ed ai neofiti queste domande acquisiscono un senso ed una valenza primaria.

Iniziamo col dare una definizione di tavola: Una Tavola è un lavoro svolto in forma scritta da un massone su un determinato argomento attinente le cose della Massoneria in generale e del grado massonico in cui verrà letta in particolare, al suo interno dovrebbe anche contenere il secretum dello scalpellino che l’ha redatta sull’argomento in oggetto. Questa definizione contiene al suo interno le indicazioni fondamentali per lo sviluppo del lavoro. E’ fondamentale che gli argomenti trattati siano esclusivamente massonici come è altresì indispensabile che siano riferiti al grado in cui si lavora e non al grado di colui che la scrive. A solo titolo di esempio è noto che la leggenda di Hiram è un argomento che non può essere trattato in Loggia di Apprendista Accettato o di Compagno, ma può essere affrontato esclusivamente in una Camera di Mezzo. Una Tavola scritta da un A.A. o da un Maestro su di uno stesso argomento avrà inevitabilmente un approccio e delle argomentazioni diverse. Parlo di diverso e non di migliore o peggiore, perché non vi è giudizio, ma solo una diversità di percorso affrontato e probabilmente profondità di visione sulla via della conoscenza, meglio sulla strada verso Sofia.

Potremmo avere di massima due macro categorie di Tavole: 1) quelle che affrontano argomenti puramente simbolici[1]. 2) tavole che affrontano argomenti storici.

Le Tavole che affrontano argomenti simbolici, dovrebbero essere redatte, oltre che tramite lo studio dei simboli e le parole di coloro che hanno prima di noi affrontato tali argomenti attraverso la meditazione. Meditazione che può essere intesa come “meditazione passiva” e “meditazione attiva”. La meditazione passiva è quella che avviene durante i lavori nel tempio ed i simboli attivi (o attivati dalla cerimonia) agiscono a livelli più o meno profondi sulla coscienza e l’essere dell’iniziato. La meditazione attiva è per certi versi opposta a quella passiva. Nella meditazione attiva l’operaio agisce anche con il pensiero e re-flecte su un singolo simbolo per meglio penetrarlo. Il livello di penetrazione del simbolo e la conseguente conoscenza simbolica dipendo da una molteplicità di fattori che in questa sede non è opportuno valutare. Questo tipo di tavole, mai dovrebbero avere a che fare con il nozionismo e per usare un linguaggio contemporaneo con operazioni di copia ed incolla che renderebbero sterili il lavoro e la crescita individuale e collettiva.

Le Tavole su argomenti storici o simili, per loro natura sono diverse dalle prime. La loro utilità è nell’insegnamento che si ha dalla storia e dalla conoscenza delle proprie radici. Anche queste tavole andrebbero redatte nei vari gradi. Il loro svolgimento da un lato dovrebbe seguire le normali impostazioni di un “lavoro” scientifico per quanto riguarda le fonti e le citazioni dall’altro dovrebbe contenere il pensiero e l’ “idea” dell’esecutore del lavoro. Per questo motivo queste Tavole sarebbero da affidare a fratelli che hanno esperienza e consapevolezza del percorso massonico.

 

Michele Leone



[1] Uso volutamente il termine simbolici in quanto sarebbe, almeno in una certa visione, un assurdo o un rindondante barocchismo parlare di argomenti esoterici. Non ha senso parlare di esoterismo, se si parte dal presupposto che in una qualche maniera la Massoneria sia in una qualche maniera una scuola iniziatica e “custode” di insegnamenti occulti.  


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