Il lavoro massonico,
nel senso del lavoro individuale messo a disposizione e condiviso con gli altri
si esplica nell’incisione delle tavole. Ma cosa è una tavola? In cosa consiste?
Come va redatta?
Agli occhi di molti
queste posso sembrare domande banali finanche scontate, ma è davvero così? Non ho
una risposta certa, ma per certo l’interrogarsi non è mai banale e se pensiamo
a tutti coloro e si affacciano agli studi delle cose massoniche ed ai neofiti
queste domande acquisiscono un senso ed una valenza primaria.
Iniziamo col dare una
definizione di tavola: Una Tavola è un
lavoro svolto in forma scritta da un massone su un determinato argomento attinente
le cose della Massoneria in generale e del grado massonico in cui verrà letta
in particolare, al suo interno dovrebbe anche contenere il secretum dello scalpellino che l’ha redatta sull’argomento in
oggetto. Questa definizione contiene al suo interno le indicazioni fondamentali
per lo sviluppo del lavoro. E’ fondamentale che gli argomenti trattati siano
esclusivamente massonici come è altresì indispensabile che siano riferiti al
grado in cui si lavora e non al grado di colui che la scrive. A solo titolo di
esempio è noto che la leggenda di Hiram è un argomento che non può essere
trattato in Loggia di Apprendista Accettato o di Compagno, ma può essere
affrontato esclusivamente in una Camera di Mezzo. Una Tavola scritta da un A.A.
o da un Maestro su di uno stesso argomento avrà inevitabilmente un approccio e
delle argomentazioni diverse. Parlo di diverso e non di migliore o peggiore, perché
non vi è giudizio, ma solo una diversità di percorso affrontato e probabilmente
profondità di visione sulla via della conoscenza, meglio sulla strada verso
Sofia.
Potremmo avere di
massima due macro categorie di Tavole: 1) quelle che affrontano argomenti
puramente simbolici[1].
2) tavole che affrontano argomenti storici.
Le Tavole che
affrontano argomenti simbolici, dovrebbero essere redatte, oltre che tramite lo
studio dei simboli e le parole di coloro che hanno prima di noi affrontato tali
argomenti attraverso la meditazione. Meditazione che può essere intesa come “meditazione
passiva” e “meditazione attiva”. La meditazione passiva è quella che avviene
durante i lavori nel tempio ed i simboli attivi (o attivati dalla cerimonia)
agiscono a livelli più o meno profondi sulla coscienza e l’essere dell’iniziato. La meditazione attiva è per certi versi
opposta a quella passiva. Nella meditazione attiva l’operaio agisce anche con
il pensiero e re-flecte su un singolo
simbolo per meglio penetrarlo. Il livello di penetrazione del simbolo e la
conseguente conoscenza simbolica dipendo da una molteplicità di fattori che in
questa sede non è opportuno valutare. Questo tipo di tavole, mai dovrebbero
avere a che fare con il nozionismo e per usare un linguaggio contemporaneo con
operazioni di copia ed incolla che renderebbero sterili il lavoro e la crescita
individuale e collettiva.
Le Tavole su argomenti
storici o simili, per loro natura sono diverse dalle prime. La loro utilità è
nell’insegnamento che si ha dalla storia e dalla conoscenza delle proprie
radici. Anche queste tavole andrebbero redatte nei vari gradi. Il loro svolgimento
da un lato dovrebbe seguire le normali impostazioni di un “lavoro” scientifico
per quanto riguarda le fonti e le citazioni dall’altro dovrebbe contenere il
pensiero e l’ “idea” dell’esecutore del lavoro. Per questo motivo queste Tavole
sarebbero da affidare a fratelli che hanno esperienza e consapevolezza del
percorso massonico.
Michele Leone
[1]
Uso volutamente il termine
simbolici in quanto sarebbe, almeno in una certa visione, un assurdo o un
rindondante barocchismo parlare di argomenti esoterici. Non ha senso parlare di
esoterismo, se si parte dal presupposto che in una qualche maniera la Massoneria
sia in una qualche maniera una scuola iniziatica e “custode” di insegnamenti occulti.
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