Più volte e in molti
luoghi ci siamo soffermati sulla figura del Traditore o del Maestro. Oggi è
nostra intenzione riflettere sul cosa sia essere Apprendisti.
Apprendista: colui che
apprende. Solitamente si intende colui che intente apprendere un’arte od una
professione.
Il dato per noi
rilevante sta nell’apprendere: prefisso Ad
(con senso intensivo o di movimento) più Prehendere
(afferrare, prendere o impossessarsi). Se mettiamo da parte il prefisso avremo,
prendere: “ridurre in proprio potere”. Quindi avremo un movimento per cercare
di “ridurre in nostro potere” una qualche cosa. A questo punto possiamo provare
a riformulare una definizione di Apprendista. L’Apprendista è colui che tenta
di impossessarsi di qualcosa per “ridurla in suo potere.
Se diamo per vera
questa ultima definizione, possiamo anche considerarla sufficiente? No. Abbiamo
al massimo chiarito cosa sia il “mestiere” di colui che apprende ma, non
abbiamo definito le esatte modalità con cui si esplica l’apprendimento.
L’afferrare qualcosa implica almeno tre momenti imprescindibili:
1.
Il desiderio della cosa da afferrare o
apprendere. Senza desiderio non è possibile iniziare il processo psico-fisico o
della coscienza che porterà alla azione. Ma il desidero da solo non è
sufficiente. Troppo spesso i desideri restano sogni irrealizzati. In realtà,
almeno nella sfera all’interno della quale ci stiamo muovendo potremmo
utilizzare appetizione al posto di desiderio. Qual è il processo che dalla
sfera del desiderio o appetizione o potenza, può portare all’atto? La volontà.
2.
La volontà è il mezzo per cui ogni
“entità autocosciente” compie o si predispone a compiere delle azioni.
La
volontà nel dizionario di filosofia delle garzantine è così definita: attività propria
dello spirito o della soggettività autocosciente. Con l’intelletto o ragione,
occupa una posizione di assoluta preminenza tra le facoltà spirituali. Mentre
nel dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano viene così definita: Il termine
è stato usato in due significati fondamentali: 1° come principio razionale
dell’azione; 2° come il principio dell’azione in generale. Entrambi questi
significati sono propri tuttavia della filosofia tradizionale e della
psicologia ottocentesca, perché sono collegati con la nozione di facoltà o
poteri originari dell’anima che si combinerebbero assieme per produrre le
manifestazioni dell’uomo.
Non
potendo dedicare in questa sede un giusto approfondimento della Volontà,
possiamo però constatare che le tre definizioni di questa la legano in una
qualche maniera alla sfera dell’agire. Ed è proprio l’agire il terzo momento
imprescindibile dell’afferrare.
3.
Agire, attraverso la sua etimologia che
potrebbe portarci a sanscrito e da qui ad una quantità importante di parole ed
idee, deriva dal latino agere che sta
a per spingere, portare avanti. Da questo spingere deriva il significato di
compiere un azione. E’ l’azione il fatto fondamentale dell’afferrare
dell’Apprendista, senza movimento (che di per se è una delle manifestazioni della
vita o dello spirito erotico) non vi sarebbe un senso nel desiderare o nel
volere.
A questo punto
sembrerebbe chiaro il significato dell’essere Apprendista o dell’Apprendere e
le implicazioni di queste due parole, invece la strada per cogliere a pieno
l’apprendere è ancora lunga. Nelle prossime note continueremo ad approfondire
il senso dell’apprendere. In particolar modo verificheremo in cosa consiste il
“tentativo di impossessarsi” dato nell’ultima definizione. Dopo questo
verificheremo cosa accade dopo la cattura…
Gioia – Salute -
Prosperità
© Michele Leone
Immagine presa dalla
rete
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