STORIELLA A MODO DI
PREMESSA
Tanto tempo fa in un
monastero un gatto entrava nell'abbazia durante la messa miagolava e saltava
sull'altare, l'abate non potendo tollerare oltre, chiese ai novizi di prendere
il gatto e legarlo prima della funzione per liberarlo alla fine della stessa. Passarono
molti Abati e molte generazioni di novizi, sempre il gatto veniva legato prima
della funzione e liberato alla fine della stessa. Questa storia continuò sino
all'arrivo di un giovane Abate che chiese ai novizi il motivo per cui legavano
il gatto per slegarlo alla fine della messa. La loro lapidaria risposta fu:
“perché così facevano i novizi prima di noi, perché si è sempre fatto così”.
Ascoltata la risposta l' Abate disse loro di non legare più il gatto ed andò
via meditabondo.
Senza ma senza se senza
citazioni
Ho scelto
deliberatamente di non usare citazioni prese da libri, anche dai più autorevoli
autori. Non per presunzione ma per due semplici motivi. Il primo: tutti voi
probabilmente siete più fini conoscitori di me della letteratura massonica e “scozzese”.
Il secondo: un lavoro pieno di copia ed incolla o diventa un guazzabuglio o
diventa uno studio scientifico. Senza ma e senza se, perché è giusto e doveroso
esporre le proprie idee anche se vanno contro la maggior parte delle opinioni
(d'altronde già Parmenide attaccava l'opinione come finta conoscenza). La
Massoneria è una scuola che forgia al rispetto ed al confronto ma anche e
soprattutto nei gradi del Rito Scozzese dovrebbe insegnarci a non essere
pavidi, ma uomini volenterosi di conoscere ed esprimere il proprio pensiero
anche fuori dal coro.
Appunti volanti
Il grembiulino di cuoio
o pelle prima e di seta poi è strumento di lavoro indispensabile oltre che
segno di appartenenza ed insegna. In
signum dalla radice sak che sta
per mostrare. Signum, ovvero, ciò che
serve a far conoscere o a dare un indizio. In questo senso, a parer mio, ha una
duplice valenza. La prima è quella di una manifestazione esterna del grado di
consapevolezza raggiunto. La seconda, valida soprattutto per i grembiuli del
Rito, è che essi siano uno strumento di meditazione; guardandoli essi aiutano
attraverso la meditazione a cogliere il “secretum” dei vari gradi che
rappresentano. Questo solo per parlare della parte anteriore dei grembiulini, spesso
ci si dimentica che essi sono anche
composti (e ne è parte integrante) da una “corda” (lacci). Questa
“corda” che serve a cingerli ai fianchi trasforma il grembiule in un cingolo
atto a separare ciò che è in alto da ciò che è in basso, separare quanto vi è
di materiale da quanto vi è di spirituale. Del resto il rimando al sacro è
immediato. Infine se il grembiule è il primo strumento di lavoro e protezione,
perché mai in una Loggia di Perfezionamento, in Capitolo ecc. si dovrebbe
rinunciare al suo utilizzo?
Considerazioni
necessarie e forse insufficienti sul grembiule come strumento
Durante l’iniziazione
Massonica, il grembiule viene cinto attorno alla vita e vengono consegnati i
guanti. In questa occasione di solito l'oratore tra le altre cose spiega che
essi sono degli strumenti. Ma cos'è uno strumento? Potremmo dire che lo
strumento è tutto ciò con cui e per il quale mezzo si può operare un azione.
Nella sua etimologia troviamo instruere
che sta per costruire, ma instruere è
all' origine anche di istruire (che potremmo leggere come istruire dall'interno); struere
oltre che ad istruire, rimanda ad altre due parole che sia nel significato
letterale che in quelli più profondi
sono o dovrebbero essere legati; esse sono costruire e distruggere. Nella prima
è presente la particella con (insieme) e strudere
(unire, ordinare), quindi mettere insieme più oggetti ordinatamente[1];
nella seconda è presente la particella privativa de con senso contrario, quindi
avremo destruere (disfare,
abbattere). Dopo aver risposto e divagato sul cosa possa essere uno strumento,
la domanda successiva è: cosa ci faccio? Lo uso! È una risposta semplice, forse
banale, ma con implicazioni forti. Cosa significa usare il grembiulino? Di
certo non basta cingerlo, ma se iniziassimo a farlo sarebbe già un passo
avanti. Bisogna fare un salto e proiettarci nel mondo sottile per percepirne la
vera importanza. Non solo sui piani sottili, anche sul piano fisico esso è un
memento da un lato ed un faro che ci guida nelle riflessioni sui simboli
dall'altro. Gli strumenti sia fisici che no vengono donati al massone perché li
possa usare per sempre più perfezionarsi nell'Arte; al singolo adoperarsi per
diventare membro migliore della Scuola e soprattutto per poter meglio
trasmettere ciò che è stato ricevuto.
Michele Leone
Bibliografia essenziale
Porciatti U.G.,
Simbologia massonica - gradi scozzesi,
Atanòr 1981
Sebastiani A., La luce
massonica vol. 4, Hermes Edizioni 1993
Mainguy I., Simbolica
dei gradi di perfezione e degli ordini di saggezza, Edizioni Mediterranee 2007
Bernard E. Jones,
Guida e compendio per i liberi muratori,
Atanor 2001
Palingenius, L’Orthodoxie
Maconnique, in La Gnose, n° 6 1910
[1] Con una certa “assonanza” questa
parola può rievocare il dovere massonico di riunire ciò che è sparso.
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