“La storia della costruzione e dei costruttori delle cattedrali è in stretto rapporto con la rinascita delle città e dei commerci, con il sorgere della borghesia, ed anche delle prime libertà civili. Com’è noto, l’invasione araba del VII secolo chiuse il Mediterraneo agli scambi con l’Oriente e l’Occidente e, di conseguenza, il commercio e l’industria dell’Europa occidentale, sopravvissuti per qualche tempo alle invasioni barbariche, giunsero a un punto morto. La vita urbana si fece più spenta, i mercanti scomparvero, l’organizzazione municipale cessò di esistere. Le conoscenze tecniche degli operai dell’antichità andarono perdute. Se qualcuno avesse misteriosamente conservato i segreti del mestiere, per esempio tra gli scalpellini e i tagliatori di pietra, non sarebbero di nuovo occorsi secoli di tentativi e di esperienza prima di ritrovare una buona tecnica.”
Questa
frase del Gimpel contenuta nel suo lavoro I costruttori di
Cattedrali, oltre ad essere interessante di suo, può essere utile almeno per due
motivi:
1) La storia dei tagliatori di
pietra probabilmente non ha una tradizione continuativa ma una somma di
tradizioni che nei secoli, millenni se volgiamo lo sguardo all’antico Egitto ed
oltre, si sono sommate ed il cui risultato non è obbligatoriamente una somma
algebrica, ma potrebbe dare un risultato esponenziale alle tradizioni sommate.
2) Una riflessione si impone. Da più
parti si sente dire che la Massoneria Moderna è erede delle corporazioni o
gilde di costruttori dell’antichità in generale e dell’età di mezzo in
particolare. Poi se a questi stessi dotti assertori si chiedono dettagli,
iniziano a raccontare storielle che nella migliore delle ipotesi accontentano
studenti delle scuole medie inferiori; quindi è auspicabile che si
moltiplichino gli studi di protostoria della Massoneria. Studi che non siano di
parte, ma si aprano alla storia sociale del medioevo, alla storia della
scienza, della filosofia etc etc.
Michele Leone
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