Alle volte sarebbe
meglio tacere. L’uso del condizionale è opportuno sia che ci si riferisca ai
mondi delle società iniziatiche sia che ci si riferisca a quelli accademici sia
che si scelga di lanciare una pietra nel mare del web e non nascondere la mano.
Io che non mi riconosco sapiente devo parlare, non perché mi riconosca delle
qualità, ma perché devo preparare il cammino a chi verrà.
La catabasi, non è
certo un fenomeno moderno, molte culture e civiltà disseminate nello spazio e
nel tempo ne hanno raccontato attraverso i loro eroi il significato
avvolgendolo nel mito o nell’allegoria. Giusto a titolo di esempio basterà
ricordare Orfeo, Eracle, Enea, Dante
sono solo alcuni esempi di “viaggiatori” degli inferi.
Il viaggio agli inferi,
il viaggio nell’oscurità più buia è sempre stato associato al viaggio
nell’interiorità della persona ed alla conoscenza di se stessi dai tempi
dell’oracolo di Delfi alla Psicanalisi. Non è un caso se Jung afferma: “Chi
guarda in uno specchio d’acqua, inizialmente vede la propria immagine. Chi guarda se stesso, rischia di incontrare
se stesso. Lo specchio non lusinga,
mostra diligentemente ciò che riflette, cioè quella faccia che non mostriamo
mai al mondo perché la nascondiamo dietro il personaggio, la maschera
dell’attore. Ma dietro la maschera c’è lo specchio che mostra il vero volto.
Questa è la prima prova di coraggio nel percorso interiore, una prova che basta
a far desistere, spaventata, la maggioranza degli uomini. Infatti l’incontro
con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge
proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante” (C. G. Jung, Torino
2013). Questo viaggio potrebbe essere rappresentato dalla XIII lama dei
tarocchi, l’unica che tradizionalmente non porta per steso il nome di quanto
raffigura. Questa, la morte, deve essere intesa come possibilità di
trasformazione.
Questa trasformazione,
la pulsione tramite la forma energetica di “eros” ha sempre accompagnato
l’essere umano alla ricerca di se stesso. Pulsione in alcuni casi estrema che
lo porta a conoscere in modo ultra-razionale a confrontarsi con i propri demoni
a voler superate quella soglia sulla cui porta vi è incisa l’idea essenza di Thánatos.
Il viaggio verso se stessi è un viaggio che si compie nella materia sino ai
suoi strati più sottili. E’ un viaggio in cui come per i principi della fisica
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Antoine Lavoisier - legge
della conservazione della massa o il primo principio della termodinamica, o
principio di conservazione dell'energia). Questo viaggio e questa
trasformazione non possono non lasciare atterrito il viaggiatore che lo compie.
Basti pensare ad una delle affermazioni di Paracelso sull’argomento: “Colui che
vuole entrare nel regno divino, deve prima entrare nel corpo di sua madre, e
morirci”.
Quasi a memento dello
smarrimento che l’anima potrebbe subire in questo viaggio (in alcuni casi
alcune forme depressive sono paragonate al vitriol) le Scienze Ermetiche in
generale e l’Alchimia in particolare hanno creato l’acronimo V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies
Occultul Lapidem) Visita l'interno della Terra e, rettificando, troverai la
pietra nascosta. Ritorna la catabasi, in questo caso l’interno della terra è la
propria interiorità, il luogo oscuro per eccellenza. Il rectificando da alcuni
viene reso come il retto sentiero, da altri come l’operazione di rettifica
(correzione, aggiustamento) da compiere su se stessi. Potrebbero essere
corrette entrambe le interpretazioni, poiché quando cis i muove nei mondi
simbolici ed ultra-sensibili non obbligatoriamente una è la strada per giungere
all’Uno. Uno inteso sia come unità ed operazione di riunire quanto è sparso sia
come Uno nel senso di ESSERE demiurgico o creatore. In ultimo vi è il
ritrovamento della pietra nascosta. Non è importante in questa sede definire il
tipo di pietra, poiché è evidente che il riferimento alla pietra dei filosofi,
è importante sottolineare che anche se probabilmente analoghe nella loro
essenza, ogni ricercatore troverà la sua propria pietra. A semplificare le cose
vi è un altro acronimo o un completamento di quello visto sin qui
V.I.T.R.I.O.L.V.M. o V.I.T.R.I.O.L.U.M dove le ultime due lettere stanno per Veram
Medicinam e quindi avremo Visita l’interno della terra, e rettificando troverai
la pietra nascosta che è la vera medicina. Se il viaggiatore avrà compiuto
quanto deve, rettificato e trovato la pietra nulla dovrà temere perché alla
fine del viaggio avrà anche trovato la panacea.
In altri termini avrà
volato come il corvo, l’aquila e la fenice.
Gioia – Salute -
Prosperità
© Michele Leone
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