Era
il 1996 e mi preparavo a sostenere l’esame di Storia della Filosofia Medievale
la parte generale si sarebbe dovuta sostenere sul classico Gilson. Non ricordo
se perché questo mostro sacro non avesse incluso nella sua opera Giacchino da
Fiore o solo perché ero un giovane rompiballe decisi che non mi sarei
accontentato di preparare la parte generale dell’esame su questo testo. Così
armato della mia passione mi recai dalla prof. e dopo una lunga discussione
ottenni di preparare l’esame anche sul De Libera. Il volume di Alain lo avevo
scoperto nell’inserto della domenica del sole 24 che all’epoca ero solito
“rubare” a mio padre.
In
queste ultime ore mi sono trovato sia a scrivere di Ermeneutica delle Scienze
Ermetiche sia a partecipare a conversazioni sul medioevo dove i protagonisti
avevano poche idee e ben confuse evidente retaggio di una pseudo cultura
romantica (nel senso peggiore del termine), come se tutto questo non bastasse
gli scenari geopolitici degli ultimi anni e gli estremismi religiosi impongono
per chi vuole dare uno sguardo un po’ meno superficiale alla realtà un
approfondimento.
Il
libro di Alain si muove nel così detto medioevo con una agilità sorprendente e
soprattutto non è il classico manuale di storia della filosofia medievale
occidentale. Il libro nelle sue oltre cinquecento pagine si muove non solo
nella vastità di quasi un millennio ma, anche in quella di una geografia che si
spinge sino ad oriente. L’approccio è didattico essendo un volume preparato per
gli studenti del “primo ciclo” dell’Università francese, quindi può essere
letto da chiunque abbia la voglia di imparare senza pregiudizi. In queste
pagine si troveranno i filosofi e le filosofie appartenenti ai tre monoteismi.
“Per scrivere una storia della filosofia
medievale, lo storico che vuole darsi carico della realtà storica deve dunque
partire dall’esistenza della pluralità: pluralità delle culture, pluralità
delle religioni, pluralità delle lingue, pluralità dei centri di studio e della
produzione dei saperi.
Filosoficamente, il mondo medievale non
ha un centro. Non solamente perché il mondo medievale occidentale ha una
pluralità di centri (cosa che molti storici sono disposti a riconoscere), ma
soprattutto perché ci sono più mondi medievali. La Bagdad del III secolo
dell’Egira e l’Aquisgrana del IX secolo dell’era cristiana sono contemporanee,
ma non appartengono né al medesimo tempo, né al medesimo mondo né alla medesima
storia. … Sono due mondi epistemologicamente uguali nei diritti che convergono
o divergono sotto il suo sguardo. Il posto dello studioso non è né a fianco di
Carlo Magno, né di fianco di Harun al-Rashid, ma di fianco ad entrambi, cioè da
nessuna parte.
…
Tre questioni preliminari si pongono
alle soglie di una storia della filosofia medievale: l’oggetto esiste? In altri
termini: c’è stata una filosofia nel Medioevo? La filosofia medievale è
qualcosa di diverso da una teologia rivelata, filosoficamente equipaggiata? La
filosofia medievale, qualunque sia la sua natura, ha apportato un contributo
significativo alla storia generale della filosofia?”
Indispensabile
Gioia – Salute – Prosperità
© Michele Leone
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