La storia deve essere
conosciuta da coloro che si occupano di miti e scienze tradizionali, per sapere
quanto ci si scosta dalla realtà comunemente intesa e quando si supera la
soglia di quanto è “ordinario”.
La devozione verso la
Croce è cosa nota, come sono note le molteplici reliquie ad essa legate. La
devozione spesso è alimentata da miti e leggende ed in questi vengono inseriti
più o meno consciamente dei riferimenti che potremmo definire “occulti”. Questi riferimenti sono il “filo rosso” da
seguire per ritrovare storie dimenticate o disperse in vari frammenti e celate
nei luoghi più diversi. Non a caso una vecchia massima iniziatica recita: “riunire
ciò che è sparso”, ad indicare il dovere di colui che si avvicina a certi
argomenti di peregrinare e cercare senza sosta la semplice unità della
conoscenza.
Probabilmente la più
completa descrizione della leggenda della vera Croce la troviamo nell’opera di
Jacopo da Varagine: Leggenda Aurea.
La parte di maggior
interesse per questi appunti della “Leggenda” è l’inizio che riportiamo:
“Si
dice che in questo giorno la santa croce sia stata ritrovata duecento anni e
più dopo la resurrezione di nostro Signore. Si legge nel vangelo di Nicodemo
che un giorno che Adamo era malato, il figlio Seth si recò sino alle porte del
Paradiso a chiedere l’olio del legno della misericordia con cui ungere il corpo
del padre e restituirgli la salute. Gli apparve l’arcangelo Michele e gli
disse: <<Non piangere per ottenere l’olio del legno della misericordia
perché in nessun modo potrai averlo fino a che non saranno compiuti cinquemila
anni>>; cioè, all’incirca, il tempo che intercorre da Adamo alla passione
di Cristo.
Si
legge altrove che l’arcangelo dette a Seth un ramoscello da piantare sul molte
Libano. In un’altra storia pure apocrifa leggiamo che questo ramoscello era
dell’albero che aveva fatto peccare Adamo e che l’arcangelo disse a Seth:
<<Tuo padre guarirà quando questo ramo farà i suoi frutti>>. Quando
Seth tornò a casa trovò il padre morto e pianto il ramoscello sulla sua tomba:
ben presto il ramo divenne un albero che viveva ancora ai tempi di Salomone. Si
lascia al giudizio di ogni lettore decidere se queste vicende siano vere o
false dal momento che non si trovano in nessuna storia autentica.
Salomone,
colpito dalla bellezza di questo albero, comandò di abbatterlo e di trovargli
un posto nella costruzione del tempio.
Ci
narra Giovanni Beleth che per quest’albero non si poteva, in alcun modo, trovare
un posto adatto ed ora pareva troppo lungo ed ora pareva troppo corto: infatti
se gli operai ne tagliavano un pezzo per dargli la giusta misura ecco che
diveniva troppo corto; alla fine gli operai persero la pazienza e lo gettarono
su di un lago perché servisse da ponte.
Quando
la regina di Saba si recò ad ascoltare le sapienti parole di Salomone ebbe ad
attraversare il detto lago: ed ecco che vide in ispirito come su quel legno
dovesse essere sospeso il Salvatore del mondo onde non volle passarvi sopra ma
devotamente si prostrò ad adorarlo.
Si
legge invece nella storia scolastica che la regina di Saba vide nel tempio di
predetto legno e che, tornata nella sua dimora, scrisse a Salomone che su quel
legno doveva essere sospeso uno per la cui morte avrebbe avuto fine il regno
dei giudei. Allora Salomone fece togliere quel legno dal in cui si trovava e
ordinò che fosse seppellito nelle viscere della terra: più tardi, là dove
l’albero era stato sotterrato, venne costruita la piscina probatica; onde non
era solo la discesa dell’angelo, ma la virtù del prezioso legno, a turbar
l’acqua e a guarire gli infermi.
Si
dice che all’avvicinarsi della passione di Cristo il legno emerse dalle
profondità della terra: i giudei che lo videro ne fecero una croce per nostro Signore.
Afferma la tradizione che la croce di Cristo sia stata composta con quattro
specie di legno. La palma, il cipresso, l’olivo e il cedro formano le quattro
parti di cui la croce è costituita, ossia il tronco orizzontale, il tronco
verticale, la tavoletta posta sulla sommità della croce, il tronco di base; o,
secondo Gregorio di Tours, la tavoletta posta sotto i piedi di Cristo.”
Al di là delle evidenti
contraddizioni contenute in parte di questa leggenda è importate notare come ci
siano dei rimandi forti ad altre tradizioni e leggende.
E’ Seth e non Caino a
recarsi alle porte del Paradiso. Seth, importante per i tre monoteismi è anche
secondo varie tradizioni colui che raccolse il sapere segreto di Adamo che in
seguito confluì nella cabala. Non potrebbe essere diversamente in quanto gli
unici sopravvissuti al diluvio furono i figli dei figli di Seth attraverso Noè.
Seth è figura di rilievo nella gnosi, nelle chiese orientali e di lui si parla
nel libro “Libro dei Giubilei” considerato canonico dalla sola chiesa Copta.
Un’altra domanda che ci
si dovrebbe porre e perché fu Michele a parlare a Seth. “Tradizionalmente” l’arcangelo
che dovrebbe svolgere la funzione di guaritore è Raffaele.
In questa versione
della leggenda viene dato a Seth un ramo (in altre versioni dei semi), un ramo
che potrebbe essere stato preso direttamente dall’albero della conoscenza del
bene e del male e non da quello della vita. Non solo una volta arrivato sulla
terra quest’albero deve subire tutta una serie di processi, che potremmo
paragonare a delle purificazioni o “prove”.
Nella leggenda compare
una figura troppo spesso dimenticata: la regina di Saba. Questa regina
descritta in alcune opere “storiche” o romanzate è di importanza vitale quando
si va alla ricerca di regni mitici o alla sua relazione con re Salomone e
Hiram. Si proprio Hiram il Maestro Architetto dei massoni. Ora giocando con la
fantasia, non sarebbe possibile ipotizzare che gli operai che gettarono il
tronco non siano stati gli stessi che lo hanno ucciso? Nella leggenda alla
sensibilità (solo artistica) di Salomone si contrappone quella della regina di
Saba, ed è lei che riceve la conoscenza dello scopo di quel “legno”.
Un caso che sul luogo
di sepoltura del “legno” fosse stata costruita la piscina probatica? Quella che
serviva per purificare gli agnelli prima del sacrificio?
Le ipotesi e le
suggestioni potrebbero essere molte e potremmo continuare a lungo rimando dopo
rimando e domanda dopo domanda…
… ma citando una nota
canzone: “…manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu.”
Gioia – Salute –
Prosperità
© Michele Leone
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