Per chi cammina sulla
Via
Frammenti cosmici per
riunire ciò che è sparso (senza commento)
Se si supera per un
momento l’ostacolo della materia, meglio della realtà intesa convenzionalmente le opportunità di comprensione si decuplicano
esponenzialmente all’infinito. Lo spazio ed il tempo divengono un accidente
secondario ed il Grande Gioco diviene più caro al cuore, più chiaro agli occhi
dei sensibili. E non importa se sia una strada di conoscenza o l’altra, la
diversità tra psicanalisi, antiche religioni Egizie o Babilonesi, scuole
muratorie e sette varie nella sua intima essenza non esiste, per assurdo, per
coincidenza degli opposti non esistono neanche il bene od il male (questo è un
discorso che ha a che fare con l’Amore, altrove ne parleremo). Discernere e
secernere, passare senza continuità apparente dal solve al coagula, essere fluidi fluttuanti a fermi. Virili nella
volontà accedendo al femminino sacro con rispetto. L’importante non è lasciare
il segno ma essere segnati, ricevere, riconquistare il segno che è simbolo ed archetipo; questa è la gioia
massima ed il dolore straziante. La superiorità della poesia sulla prosa è
nella scarna lettera, nel linguaggio che non parla al pensiero solo. Non a caso
nel Testamentum è detto: “Philosophi duplicem modum in eorum scriptis
posuerunt, unum verum, et alium falsum; verum per verba obsura, ut nisi a
filiis doctrinae posset intelligi; falsum autem sub verbis intelligibilibus
posuerunt”. Essere, poter essere, divenire l’essere nella sua essenza
senziente, oltrepassare la carne con uno sguardo. Grande dono è il silenzio,
ovunque, da sempre e per sempre, è donato a chi si pone sulla strada, allo
straniero dimentico si sé, conoscitore di Sé. Nel silenzio e nella solitudine
bisogna morire, con le mani aperte mentre erano serrate in un pugno di potenza
al primo vagito. La parola dicevamo, nella poesia è “superiore”, ma non è
massima. Solo quando anche la parola muore a se stessa diviene suono (musica)
diviene finalmente vibrazione, questo il
potere narrato nei miti e nelle leggende, la vibrazione è il poter agire, non a
caso le pietre vibrano, ed il cosmo canta e v’è la lingua degli uccelli. Chi siamo noi per non definirci
apprendisti? Chi così arrogante da definirsi Maestro in questa via?
Più oltre per oggi non
mi è lecito andare, pregate le vostre preghiere per voi e per chi scalzo e nudo
cammina impervi sentieri tra roseti ardenti.
Ho sentito
Gioia – Salute –
Prosperità
© Michele Leone
Immagine presa dalla
rete
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