Cosa hanno in comune
questi tre personaggi storici? Probabilmente, ma solo probabilmente nulla.
Questo trio con una caldaia? Ancor meno.
Immaginate di
svegliarvi, o meglio di alzarvi dal letto dopo una notte insonne in una fredda
mattina di gennaio (per la precisione la mattina dell’Epifania, sarà un caso?)
e scoprire che il freddo che sentite non è dovuto ad una “morte interiore” ma,
semplicemente ad un guasto alla caldaia. Immaginate anche di essere un uomo malpratico
(di quelli che chiamano l’elettricista per cambiare una lampadina), fornito
solo di una parte del manuale di manutenzione, il resto del manuale sarà
disperso tra Atlantide ed Alessandria.
Date queste premesse
quasi apocalittiche, cerchiamo di capire cosa e come farlo. Le moderne caldaie
unitamente agli occulti libri che le accompagnano sono ricche di strani simboli
e quanto è scritto nei manuali comprensibile solo agli iniziati alle arti
meccaniche ed idrauliche; tra disegni misteriosi e parole oscure si ha il
sospetto che sarebbe di più facile comprensione il manoscritto di Voynich.
Per prima cosa è
opportuno preparare una antica e misteriosa bevanda che prende il nome di
caffè. Successivamente dopo aver invocato la protezione e benedizione di
qualche Santo o Divinità a seconda del proprio credo è opportuno mettersi al
lavoro. Strumenti indispensabili sono la ricerca empirica e la Simbolica. Ops quasi quasi sembrano i
preliminari di un alchimista nel suo laboratorio. Se di immediata comprensione
è l’utilizzo della ricerca empirica, potrebbe esserlo meno quello della Simbolica. Se la Simbolica è la scienza che studia i simboli ecco che inizia a
diventare chiaro il suo utilizzo. Il linguaggio simbolico, per quanto fatto di
meta rimandi ad altro, probabilmente è l’unico linguaggio davvero universale. Bene
lo sapeva Ildegarda, proclamata Dottore della Chiesa da Benedetto XVI nel 2012.
Lei, benedettina come Tritemio, ebbe a creare in quell’epoca per molti oscura,
che ci ostiniamo a chiamare Medio Evo la Lingua
ignota composta dalle 23 litterae
ignotae. Probabilmente i redattori di un manuale di caldaie non hanno
creato un linguaggio ad hoc, ma hanno
semplicemente usato il linguaggio comune criptato in una qualche forma. Per
puro divertimento, ipotizziamo questi redattori membri di una qualche
sconosciuta consorteria come ad esempio la Confraternita Celta, abbiano
utilizzato la steganografia. Oddio, e che parolaccia è ma questa? Si mangia? No, non si mangia, ma utilizzata come mestiere
potrebbe portare ad un buon salario. Steganografia deriva dal greco: stego + graphein che sta per
nascondere/occultare + scrivere, quindi scrivere qualcosa nascondendo. “Padre” della
steganografia è Tritemio con il suo Steganographia,
a dire il vero il nostro benedettino non voleva pubblicarlo, la storia di
questo libro meriterebbe un capitolo proprio, ed infatti è uscito postumo. Del
disco rotante di Tritemio (che non ha nulla a che fare con qualche attributo
dei robot nei cartoni Giapponesi) troviamo traccia in Bruno e guarda caso nelle
opere magiche. A complicare o facilitare
le cose ci ha pensato Gerolamo Cardano, inventore e scopritore di molte cose,
quasi eretico, matematico e chi più ne ha ne metta, con la sua griglia.
Tutte queste strade, questi
tentativi, portano a poco. Se si vuole davvero comprendere un libro (sia esso
scritto o quello della natura[1]) misterioso
ed occulto bisogna avere le GIUSTE chiavi per comprenderlo altrimenti si
rischia di spendere molto, troppo, tempo nella ricerca della comprensione. Lo
strumento più utile è la Simbolica,
purtroppo non è sufficiente, almeno in questo caso a riavviare la caldaia,
almeno supporta nella comprensione di quegli strani segni, che sono simboli.
Cosa significa questa
storiella? Ha una morale?
Mi dispiace deludervi,
ma non penso significhi qualcosa di preciso. In essa, però, ci sono degli
indizi, dei rimandi più o meno visibili. Se non avete di meglio da fare provate
a scoprirli; non dimenticate di leggere la tredicesima epistola di Dante (http://www.classicitaliani.it/dante/cangran.htm).
Alla fine la caldaia è
stata aggiustata? Purtroppo non posso invitarvi per un caffè, quindi ai posteri
la risposta J.
Gioia – Salute –
Prosperità
© Michele Leone nel
giorno dell’Epifania A.D. 2015
P.S. Queste righe non
voglio essere un contributo scientifico alla ricerca sull’Alchimia ed altre
discipline, solo una “favola”.
[1] Scriveva Alano di Lilla:
Omnis mundi creatura
quasi liber et pictura
nobis est in speculum;
nostrae vitae, nostrae mortis,
nostri status, nostrae sortis
fidele signaculum.
Nostrum statum pingit rosa,
nostri status decens glosa,
nostrae vitae lectio;
quae dum primo mane floret,
defloratus flos effloret
vespertino senio.
quasi liber et pictura
nobis est in speculum;
nostrae vitae, nostrae mortis,
nostri status, nostrae sortis
fidele signaculum.
Nostrum statum pingit rosa,
nostri status decens glosa,
nostrae vitae lectio;
quae dum primo mane floret,
defloratus flos effloret
vespertino senio.
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