Alcuni
giorni or sono un amico mi ha chiesto se gli preparavo una paginetta sulle
possibili interpretazioni del simbolo. Con il mio solito entusiasmo e con la
gioia di poter aiutare un amico gli ho risposto che in poco tempo avrebbe avuto
quanto desiderata. Ebbene devo ricredermi, il compito che a prima vista poteva
sembrare un “lavoretto” veloce, con il passare delle ore e la sistemazione del
materiale è diventato arduo ed impegnativo. Le righe che seguono, sono solo un
primo approccio al problema.
Innanzitutto
non darò in questa sede una definizione del simbolo o della sua differenza con
il segno, non mi spingerò neanche in una classificazione o distinzione tra i
tipi di simbolo. Cercherò di verificare alcuni metodi che si possano applicare
alla interpretazione di questo, senza entrare in se possibile nel ginepraio
ermeneutico che mi porterebbe dalle caverne a Jung passando per gli edifici
sacri.
Da
dove iniziare quindi? Forse la prima risposta la troviamo le lettera di Dante a
Cangrande: “Per chiarire quanto stiamo per dire, occorre sapere che non è uno
solo il senso di quest'opera: anzi, essa può essere definita polisensa, ossia
dotata di più significati. Infatti, il primo significato è quello ricavato da
una lettura alla lettera; un altro è prodotto da una lettura che va al
significato profondo. Il primo si definisce
significato letterale, il secondo, di tipo allegorico, morale oppure
anagogico. E tale modo di procedere, perché risulti più chiaro, può essere
analizzato da questi versi: "Durante l'esodo di Israele dall'Egitto, la
casa di Giacobbe si staccò da un popolo straniero, la Giudea divenne un
santuario e Israele il suo dominio". Se osserviamo solamente il significato letterale, questi versi appaiono
riferiti all'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, al tempo di Mosè; ma se
osserviamo il significato allegorico, il significato si sposta sulla nostra
redenzione ad opera di Cristo. Se guardiamo al senso morale, cogliamo la
conversione dell'anima dal lutto miserabile del peccato alla Grazia; il senso
anagogico indica, infine, la liberazione dell'anima santa dalla servitù di
questa corruzione terrena, verso la libertà della gloria eterna. E benché
questi significati mistici siano chiamati con denominazioni diverse, in
generale tutti possono essere chiamati allegorici, perché sono traslati dal
senso letterale o narrativo. Infatti allegoria viene ricavata dal greco alleon
che, in latino, si pronuncia alienum, vale a dire diverso.” Dante non parla della
interpretazione solo in questa lettera, ma in forma simile ne parla anche nel
Convivio. Questi quattro tipi di interpretazioni li troviano anche nella
esegesi biblica. Quindi avremo 4 tipi di possibile interpretazione:
1. Letterale
2. Allegorica
3. Morale
(tropologico)
4. Anagogica
A
questi quattro sensi o metodi interpretativi potrebbe aggiungere un quinto: il
senso comprensivo o della ri-velazione svelamento. Per opportunità in questo
momento non parlerò di questo senso. E’ possibile applicare al simbolo i quattro
metodi lettura sopra riportati?
1. L’interpretazione
letterale del simbolo può essere considerata
come comprensione meramente segnica di questo e quindi non porta ad una
conoscenza intrinseca, ma si ferma al senso primo e non obbligatoriamente
primigeneo. E’ una lettura non interpretativa di questo, ma non porta episteme.
2. L’interpretazione
allegorica inizia ad aprire alla conoscenza del simbolo in sé. L’allegoria
inizia ad avvicinare il fruitore dell’esperienza del simbolo alla essenza dello
stesso. Parlando di Allegoria è necessario
sottolineare come allegorismo ed
il simbolismo sino a tempi recentissimi (XVIII secolo) siano spesso stati
sinonimi. Al rapporto tra simbolismo ed allegorismo dedicherò ampio spazio
altrove. Al momento può essere utile rimandare per un approfondimento alla voce
Allegoria, scritta da Jean Pépin per l’enciclopedia dantesca della Treccani.
3. Il
senso morale porta, si potrebbe dire ad una conoscenza pratica, soprattutto nel
senso del ben agire. Apparentemente questo livello interpretativo potrebbe
apparire come un livello debole se confrontato con quello allegorico od
anagogico. Questo dipendere dai simboli o strutture simboliche analizzate. E’
un livello però imprescindibile per chi vuole iniziare ad affrontare lo studio
e la interpretazione del simbolo. Uno desti che meglio rappresentato questo
livello interpretativo potrebbe essere il Fisiologo.
4. Anagogico,
che conduce su, solleva. E’ il più importante dei sensi interpretativi e per l’ermeneutica
biblica può essere applicato alle sole sacre scritture. Per quello che riguarda
il simbolo, questo senso è il più proprio. Con questo metodo ci si può
avvicinare al senso primigenio od essenziale. Abbandonare, perdere le
sovrastrutture ed avvicinarsi alla essenzialità di un messaggio che può
divenire e spesso è incomunicabile, nel senso di non riportabile a chi non è in
grado di coglierlo autonomamente. Questo senso è quello proprio delle scuole
iniziatiche, che nei loro riti, trasmettono la iniziazione per mezzo di simboli
e strumenti.
Queste
brevi considerazioni, non hanno la pretesa di esattezza ne di completezza. Al
momento voglio solo essere un primo appunto, un post-it, sulle possibili vie
per la conoscenza del simbolo ed in particolar modo al simbolo riferito alla
trascendenza ed al sovrasensibile comunemente inteso). Occorrerà compiere un
viaggio che dalla Grecia antica, ci porterà in oriente, ci farà conoscere platonici
e neoplatonici, ci condurrà in quel così detto medioevo che tutto era tranne
che oscuro, e poi vedremo come il simbolo e le sue interpretazioni muteranno
nel rinascimento, esploreremo l’ermetismo, la kabbala sia ebraica che
cristiana, arriveremo al secolo dei lumi ed al romanticismo e chiudere il
viaggio con la psicologia del profondo e la semiotica.
Gioia – Salute - Prosperità
© Michele Leone
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