Recensione. Porfirio,
sui Simulacri, Adelphi 2012
Un libro per
avvicinarsi ai misteri dell’antichità, alle “regole” dell’estetica prima che
nascesse l’estetica come disciplina filosofica, un libro per cogliere i simboli
delle statue o più semplicemente un libro per tutti coloro che sono curiosi. Curiosi
di conoscere il perché una determinata divinità è rappresentata in un certo
modo o curiosi di conoscere i “miti” all’origine della mitologia. Non bisogna
temere la propria impreparazione quando ci si avvicina al neoplatonico
Porfirio, come non bisogna mai temerla quando ci si avvicina ad un autore
antico. Forse non avremo tutti gli strumenti per interpretare al meglio il loro
pensiero e messaggio, forse saremo grati al traduttore ma, ci faremo un regalo
avvicinandoci ad uno stile di pensiero prima ancora che di scrittura
accessibile a tutti, molto più di tanti così detti intellettuali moderni. Un
libro che stando all’autore non è per tutti:
“Parlerò per chi è
lecito – voi profani chiudete le porte – e farò conoscere i pensieri di una
sapienza teologica con i quali uomini, mediante immagini congeneri ai sensi,
raffigurando realtà invisibili in forme visibili, rivelarono il dio e le
potenze del dio a coloro che hanno appreso a ricavare dai simulacri, come da
libri, ciò che vi è scritto riguardo agli dèi.”.
Da Leggere
Gioia Salute e
Prosperità
© Michele Leone
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