Un
Carissimo amico, qualche tempo or sono mi ha posto questo quesito. Tardivamente
mi accingo a rispondere, una risposta non facile e per certo non esaustiva. Per
scelta ho deciso di evitare le possibili molteplici citazioni e seguire una via
diversa.
Per
molti l’iniziato come ad esempio il massone è uomo del dubbio. Ma cosa si
intende per dubbio? La risposta a questa domanda non è una questione di mera
semantica.
Il
dubbio nella sua accezione comune è uno stato di incertezza e di
“impossibilità” a compiere una scelta. Quindi in questa accezione non può
essere accettato. Non può essere accettata questa definizione perché l’iniziato
non è mai nell’immobilità, tranne forse nel grado più alto della sua
“illuminazione”, ma se raggiunta diventerebbe altro da sé. Iniziando a volgere
lo sguardo alla filosofia, che di certo è più vicina, se non figlia della
poesia e delle scuole iniziatiche, al nostro discorso, il senso del dubbio
inizia a cambiare. Abbiamo il dubbio degli scettici solitamente opposto al
dubbio di Cartesio, detto anche dubbio metodico. Volendo questo tipo di dubbio
è il più simile a quello degli iniziati, anche se siamo ancora lontani dalla
esatta interpretazione; il dubbio dell’iniziato è paragonabile alla “cerca”,
spesso associata al Graal nella letteratura. A queste considerazioni è
opportuno aggiungere e ricordare che il dubbio nel greco potrebbe essere reso
con: 1) adelos, 2) aporia e 3)
amphibolos. Adelos con la a privativa rimanda alla assenza di chiarezza e di
evidenza. Nel nostro discorso diventa ciò che non è manifesto o visibile;
quindi l’iniziato potrebbe essere colui che cerca di cogliere quanto non è
manifesto. Aporia, quasi come una strada senza uscita, è un termine tecnico che
denota una difficoltà del pensiero, nello specifico durante una speculazione
una difficoltà di tipo logico. In ultimo Amphibolos, che rimanda immediatamente
all’anfibologia che è uno dei mezzi di espressione tipici delle scuole
iniziatiche e delle società segrete. Se dell’anfibologia abbiamo detto e diremo
altrove è indispensabile ricordare che questa parola può essere così composta: amphi+bolos(da
ballein)+logos. Ballein rimanda a quel “gettare” separare, dividere che è in
diabballo, in questo caso nel senso proprio dell’alchimia e dell’operazione del
solve, intimamente legata alla nigredo. Il solve il separare come operazione
preliminare e fondante della “cerca”, solo dopo arriverà il riunire ciò che è
sparso. Il dubbio è così intimamente legato anche alla dualità che la sua
origine, andando sempre più a ritroso potrebbe essere nella radice sanscrita
dva (dvi) che sta per due. Dva e Dvi, tra le altre compongono due parole: 1)
dvija, il due volte nato, di cui si è già detto in altre sedi, e 2) dvara, il
varco, l’apertura nel senso si accesso e possibilità sia essa sensoriale o
iniziatica.
In
questo senso l’iniziato è uomo/donna del dubbio. E’ un instancabile “cercatore”
senza pregiudizi e senza verità aprioristicamente confezionate. Egli separa
quanto trova sul suo cammino compiendo delle scelte e vivendo sino a ri-nascere
una o molteplici volte. Separa senza sosta parti della sua propria essenza e
ri-trova quanto era nascosto o celato. Egli non dubita nel senso “volgare”
della parola. E’ un uomo d’azione e di pensiero instancabile nel suo peregrinare
i molteplici stati e stadi dell’essere e del mondo.
Gioia – Salute –
Prosperità
© Michele Leone
Immagini prese dalla
rete
1) Viktor Vasnetsov, IL CAVALIERE
AL BIVIO 1878
2) Annibale Caracci,
Ercole al Bivio 1595/96
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