Capita, mentre si cerca
qualcosa di trovare altro da ciò che si cercava, così per caso questo
pomeriggio sono inciampato nel mio passato. Ho trovato alcune cartelle con all’interno
una molteplicità di documenti. Le prime raccolte di poesie, ©Fuoco sotto la
cenere che non ha mai visto la luce in cui poesia e narrativa stentata
tentavano una improbabile fusione, ed i miei deliri. Il delirio, ricordo ancora quando lo concepii e lo
sviluppai. Era estate, una di quelle estati torride del meridione che possono
dare alla testa e lasciare segni permanenti J. Sapevo, meglio,
intuivo che non sarei mai stato capace di scrivere un romanzo. Il delirio,
voleva essere una forma di racconto breve brevissimo, fuori dagli schemi di una
storia. Il tentativo, era piuttosto un flusso di coscienza o di emozioni in cui
avrebbero dovuto essere presenti esperienze pre razionali, un mix di conscio ed
inconscio. Erano gli anni della gioventù delle infinite chiacchierata davanti
al mare o in locali fumosi, whisky e birra, sigarette (troppe), sogni e donne
(poche). Si parlava di arte, di scrittura, di professori troppo noiosi, ci si
affacciava sul mare magnum della speculazione, si iniziava ad esperire l’ignoto,
l’esoterismo. Platone, Cusano, Bruno e chi più ne ha ne metta; estetica e
letteratura.. i primi viaggi e gli amori quelli cocenti che speravi durassero
per sempre e le gli amori quelli finti che speravi durassero qualche ora. La
poesia primo grande ed imperituro amore e da poeta diventare per gioco
narratore, narratore di storie altre attraverso la storia, quella di solito fa
addormentare sui banchi. E scrittore, alla fine non mi sono sentito mai, ma che
gioia quando mi appellavano poeta, ma su tutto conoscendo la mia natura ho
scoperto di essere un artigiano che ama il proprio lavoro e è soddisfatto di
lavorare da solo nella sua bottega. La foto allegata è uno dei deliri, ah cosa
sono “gli anni della liberazione”? ne parliamo un’altra volta…
Gioia – Salute -
Prosperità
© Michele Leone
Nessun commento:
Posta un commento