Riporto di sotto un
estratto, dei frammenti, di uno dei libri meno noti del Corpus Hermeticum attribuito ad Ermete Trismegisto. Se Pimandro ed Asclepio sono i testi più noti, la cui lettura è imprescindibile
per quanti vogliano studiare le Scienze Ermetiche o la Filosofia, il “discorso
segreto” è tra i trattati meno conosciuti. Un trattato di una importanza
capitale per i contenuti, in questa sede non ho la possibilità di renderlo per
intero con un adeguato commento e parafrasi. Riporto testualmente così come
presente nella edizione da cui lo cito, probabilmente la migliore edizione
esistente in Italia. I frammenti qui riportati, sono stati scelti per integrare
il discorso sul silenzio e sul segreto che da tempo porto avanti. Quanto sotto
riportato, quindi, va a riprendere il discorso sul silenzio iniziato altrove e
vuole sottolineare la sua importanza. Vi sono degli accenni alla purificazione
e generazione, ai vizi ed alle virtù e cosa più importante l’inno e la “sua
prassi operativa” alla rigenerazione.
1 “Nelle lezioni
generali, padre mio, hai parlato per enigmi e tutt’altro che chiaramente,
discorrendo dell’attività divina. Non hai rivelato nulla, asserendo che nessuno
può essere salvato prima della rigenerazione, ma quando io ti supplicai,
durante la discesa dalla montagna, dopo il tuo dialogo con me, quando ti
interrogai sulla dottrina della rigenerazione per apprenderla, poiché, tra
tutto, è l’unica cosa che non so, tu affermasti che me l’avresti trasmessa
quando io fossi stato in procinto di rendermi estraneo al mondo. Ora io sono
pronto: ho fortificato il mio pensiero sottraendolo all’inganno del mondo. Tu,
per parte tua, insegnami anche quello che mi manca per ottenere la pienezza
della sapienza, secondo la promessa di insegnarmi il processo della
rigenerazione, a viva voce o segretamente: io non so Trismegisto, da quale
matrice sia nato l’Essere umano, e da quale semenza”.
2 “Figliolo, si tratta
della Sapienza intelligente nel silenzio, e la semenza è il vero Bene”. “Ma chi
è che ha seminato, padre mio? Perché non saprei proprio dirlo”. “Il volere di
Dio, figliolo”. “E che caratteristiche ha la creatura generata, padre mio?
Poiché non può avere parte alla sostanza che è in me”. “La creatura generata
sarà diversa, sarà un dio figlio di Dio, un tutto nel Tutto, costituito da
tutte le Potenze”. “Mi stai presentando un enigma, padre mio: non stai parlando
come un padre al figlio”. Le verità di questo tipo, figliolo, non si possono
insegnare, ma è Dio stesso a farle ricordare, quando vuole”.
[…]
“La prima punizione è proprio questa
ignoranza; la seconda è l’afflizione; la terza è l’incontinenza; la quarta la
concupiscenza; la quinta l’ingiustizia, la sesta lo spirito di sopraffazione,
la settima l’inganno, l’ottava l’invidia, la nona la frode, la decima è la
collera, l’undicesima è l’avventatezza, la dodicesima è la malvagità. Queste
punizioni sono dodici, ma subordinate ad esse ve ne sono altre ancora più
numerose, figliolo, le quali, attraverso quella prigione che è il corpo,
costringono l’uomo interiore a soffrire per mezzo dei sensi. Esse invece si
allontanano, quantunque non in massa, dall’uomo che è oggetto della
misericordia di Dio, e in questo consiste la modalità ed il senso della
rigenerazione. 8 Sul resto io tacerò, figliolo, e serberò un religioso
silenzio: in virtù di questo, la misericordia non cesserà di discendere da Dio
su di noi… Rallegrati comunque, figlio mio, purificato come sei dalle potenze
di Dio, per l’unione delle membra del Logos.
[…]
“Io desidero udire,
padre mio, e voglio comprendere tutte queste cose!”.
16 “Calmati, figliolo,
e ascolta ora l’armonica lode, l’inno della rigenerazione, che io non avevo
intenzione di rivelare così facilmente, se non a te alla fine di tutto. Perciò
questo inno non può essere insegnato, bensì viene tenuto nascosto nel silenzio.
Quindi, figliolo, mettiti fermo in piedi da qualche parte a cielo aperto, e,
rivolgendo il volto al vento meridionale, al momento del tramonto del sole,
prostrati in adorazione, e similmente fa al levarsi del sole, rivolgendoti
verso il vento orientale. Zitto ora, figlio mio.
[…]
21 “Padre mio, anche nel mio cosmo ho **”. “<<In
quello intellegibile>>, devi dire, figliolo”. “Si, padre: in quello
intellegibile: posso. In virtù del tuo inno e della tua lode, il mio intelletto
è stato illuminato. Tanto più desidero anche io offrire, dalla mia propria
mente, una lode a Dio”. “Non in modo sconsiderato, però, figliolo”. “Io dico, o
padre, quello che contemplo nell’intelletto: <<A te principio generatore
dell’opera della generazione, a te Dio, io, Tat, offro sacrifici spirituali
[logikaí]. O Dio, tu Padre, tu Signore, tu l’Intelletto, accogli da me le
offerte spirituali che desideri. E’ grazie alla tua volontà, infatti, che tutto
si compie>>”.
“Tu, figliolo, offri un
sacrificio ben accetto a Dio, padre di tutti gli esseri. Ma aggiungi anche
figlio mio: <<Per mezzo del Logos>>”.
22 “Ti ringrazio, padre
mio, di questi tuoi consigli per la mia preghiera (?)”. “Mi rallegro, figliolo,
poiché hai raccolto i buoni frutti della verità, prodotti immortali. Avendo
appreso, questo da me, promettimi il silenzio a riguardo a questo potere
miracoloso [areté], senza rivelare a nessuno, figlio mio, la trasmissione della
rigenerazione, affinché non siamo annoverati tra i divulgatori. Ciascuno di noi
due, comunque, è stato impegnato a sufficienza, io a parlare, e tu ad
ascoltare. Tu ti sei conosciuto intellettivamente, e hai conosciuto anche il
nostro Padre”.
Gioia – Salute –
Prosperità
© Michele Leone
* Da Corpus Hermeticum,
Edizione e commento di A.D. Nock e A.J. Festugière, Edizione dei testi ermetici
copti e commento di I. Ramelli, R.C.S., Milano 2005
Immagini prese dalla
rete. Il segno di Arpocrate nei dipinti delle volte della galleria degli
specchi di Versailles
Nessun commento:
Posta un commento