La
fenice o uccello di Bennu (deriva dal verbo wbn
che sta per risplendere) è probabilmente il più conosciuto uccello mitologico e
sotto diversi nomi compare in culture assai diverse tra loro. La fenice era
l’uccello sacro della citta di Eliopoli.
“A
sua volta una leggenda eliopolitana narrava che era nata dalle fiamme di un
particolare albero all’interno del tempio, intonando soavemente un canto
talmente bello da affascinare lo stesso Ra. La sua comparsa fu accompagnata da
un grido creatore che in un testo dei sarcofagi era detto <<soffio della
vita che proveniva dalla gola di Bennu>> e contemporaneamente, in una vertiginosa
sovrapposizione simbolica, dal dio solare Ra il quale si definiva: <<Io
sono colui che chiude e colui che apre e io non sono che Uno nel Nu. Io sono Ra
alla prima apparizione governando ciò che ha fatto>>. Il
misterioso uccello divenne anche Osiride, il cui culto s’impose a partire dalla
fine del III millennio. Nel libro dei
Morti il dio dice, identificandosi con lo stesso Ra: <<La parola fu.
Tutte le cose erano mie quando ero solo. Io ero Ra in tutte le sue prime
manifestazioni. […] Io sono questo
grande Bennu che è in On [Eliopoli]. Io presiedo all’inventario di ciò che è e
di ciò che sarà. Chi è questo? Il
Bennu è Osiride in On. L’inventario di ciò che è e di ciò che sarà è il suo
corpo, è l’Eternità e la perpetuità. L’Eternità è il giorno e la Perpetuità la
notte>>. Era dunque la Parola creatrice, ma anche colui che scandiva il
tempo in giorno e notte, in anni e in cicli: non a caso il tempio di Eliopoli
era il centro regolatore del calendario. Osiride era il
dio che moriva e rinasceva, così cantato dal Libro dei Morti: <<Io sono il Grande figlio del Grande, la
Fiamma figlia della Fiamma, la cui testa gli è restituita dopo che è stata
tagliata […] io sorgo fuori dell’Uovo che è nella terra dei misteri>>. E
in un altro passo dei testi dei sarcofagi: <<Io vengo dall’isola del
fuoco […] come quell’uccello che riempì il mondo di quello che il mondo non
sapeva>>.”[1]
Potremmo
chiudere con il passo appena citato ed i suoi numerosi riferimenti interni la
ricerca sul significato della fenice. Forse proprio in Egitto nasce quella
lingua degli uccelli che poi ritroveremo richiamata nel medioevo con la parola
gergo, con la vibrazione delle pietre nella edificazione delle cattedrali e
così via fino a Fulcanelli. La ri-generazione della fenice è il fine ultimo
della Grande Opera è il ritorno dell’artista che si rigenera dopo aver
giustamente operato. Osiride è richiamato, inevitabilmente, in molte tradizioni
e scuole iniziatiche e se non è esplicito il riferimento lo è implicito, come
inevitabile è la morte che deve subire l’iniziando, inevitabile la rinascita
dell’Iniziato. Nella semplicità degli antichi testi, che non parlavano solo all’intelligenza
ed al pensiero razionale la grandezza dei misteri. Il richiamo alla parola, la
parola prima che non può non essere creatrice perché essa e parola e non
termine, perché essa ha nella sua essenza e natura la potenza (il potere di
poter fare e quindi creare). La parola fu
è scritto, probabilmente una parola assai diversa da come la intendiamo oggi
giorno, una parola che probabilmente era più simile ad un suono, che
probabilmente era più simile ad una vibrazione fatta di diverse frequenze in
grado di modularsi in modi diversi e molteplici a seconda di quanto era manifesto
e di quanto era celato, parola attributo Ra. E di Osiride, Horo (Arpocrate) è
dio del Silenzio emblematicamente raffigurato imberbe e con il dito indice
sulle labbra. La parola strozzata, l’impossibilità di dire e l’ancestrale
ricordo (che al tempo stesso è promessa e presagio di quanto avverrà) alla gola
taglia di Osiride nel segno gutturale dell’Apprendista Accettato in Massoneria,
su questo non ci dilungheremo in questa sede in quanto altrove molti, troppi,
hanno già detto bene o male.
Gioia
– Salute – Prosperità
©
Michele Leone
Immagine
presa dal bestiario di Aberdeen Folio 56r
Se
ne consiglia la lettura. Qui il link: http://www.abdn.ac.uk/bestiary/
Questa nota è estratta da: Michele Leone, Misteri Antichi e Moderni, Indagine sulle società segrete,
di prossima pubblicazione per i tipi della casa editrice Yume.
[1]
Alfredo Cattabiani, Volario. Simboli, miti e misteri degli
esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche, Milano 2000, pp.
515-516
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