sabato 28 febbraio 2015

Grisù vuole fare il pompiere

Grisù vuole fare il pompiere
ovvero
Si nasce incendiari e si muore pompieri? del lavoro su stessi
           
Spesso siamo abituati a sentire che chi nasce tondo non muore quadrato, solitamente non è un complimento. Al di là di ogni possibilità di cambiamento è vero che è poi così negativo?
            Essere incendiari, portatori di idee e di cambiamenti solitamente è tipico della gioventù, alla maturità viene associata la pacatezza e la voglia di mediare. Ad un quarantenne che si agita come un ragazzo viene attribuita scarsa maturità, di un sessantenne che si agita come un ragazzo di solito si dirà che se non è cambiato non cambierà più e ad un ottantenne che si agita come il solito ragazzo probabilmente verrà attribuita demenza senile.
            Ad esempio, agitarsi, irritarsi troppo palesemente durante una riunione od un incontro di certo non fa bene e non aiuta a perorare le cause. Quindi cosa fare smettere di essere incendiari? Cambiare? Nel primo caso no, nel secondo sostituiamo l’idea del cambiamento con quella di evoluzione.
            La prima cosa da fare, è osservarsi, ascoltare le critiche, sbagliare ed imparare dai propri errori. Una volta fatto questo, è da domandarsi se veramente crediamo nelle nostre idee da un lato e come proporle. L’incipit di questo lavoro però deve essere, ed è come sempre il: nosce te ipsum. Lavorando la “pietra” siamo e scendendo in noi stessi il v.i.t.r.i.o.l. di alchemica memoria non solo avremo la possibilità (non sempre gradevole) di conoscerci ma, soprattutto di rettificare quanto in noi crea dei limiti. La rettificazione è l’operazione attraverso la quale quello che può essere considerato od è un difetto diviene un pregio od una virtù. La passione che tende ad essere irascibilità, intolleranza ecc. ecc. attraverso la rettificazione e l’amore diviene uno strumento di propensione incredibile. Ed allora per tornare alla nostra immagine dell’incendiario (incendiario sempre inteso come colui che accende il fuoco che arde e non brucia, non come un teppista e criminale nella realtà!);  dopo che avrà compiuto queste operazioni passerà dall’essere o innocente e combina guai come Grisù o un teppista che incendia cassonetti e lancia molotov all’essere più simile al banchiere anarchico di Pessoa o a chi non si limita ad un fuocherello, ma prepara con cura e pianificazione le cariche ed attendendo il momento giusto le farà partire simultaneamente.                     
Non si muore pompieri, i veri incendiari quelli nati e battezzati nel sacro fuoco se non si disperdono e se accettano la loro natura, se lavorano su se stessi e rettificano la loro natura saranno dei propagatori di fuoco e conseguentemente di luce.
Gioia – Salute - Prosperità

© Michele Leone

Immagine presa dalla rete

venerdì 27 febbraio 2015

Giordano Bruno e la Fenice

Unico augel del sol, vaga Fenice,
Ch’appareggi col mondo gli anni tui,
Quasi colmi ne l’Arabia felice
Tu se chi fuste, io son quel che non fui.
  Io per caldo d’amor muoio infelice
Ma te ravviv’il sol co’ raggi sui.
Tu bruggi’n un, ed io in ogni loco;
Io da Cupido, hai tu da Febo il foco.
 Hai termini prefissi
Di lunga vita, e io ho breve fine,
Che pronto s’offre per mille ruine;
  Né so quel che vivrò, né quel che vissi:
Me cieco fato adduce,
Tu certo torni a riveder tua luce.
Giordano Bruno
Eroici Furori


 
Immagine presa dalla rete. Mosaico presente nella Basilica di Santa Prassede

sabato 21 febbraio 2015

Oh oh Houston abbiamo un problema

Stamattina, sveglio da un’ora improbabile, come sempre scrivevo convinto di essere in ritardo per la consegna del manoscritto al mio nuovo editore. Tre capitoli da finire entro ieri…consegna rimandata per settimane, la pazienza dell’editore al limite. Inizio ad assemblare il lavoro per una prima revisione di massima mentre lancio il cervello (e il povero ed unico neurone figlio di madre vedova di cui dispongo) alla ricerca di una soluzione e conclusione dignitosa per i capitoli da chiudere (ovviamente i più importanti) e cosa scopro? Ho superato le battute concordate. Poco male direbbe qualcuno, basta tagliare le parti in eccesso. Vero, ma il problema è che dopo mesi di ricerche e riflessioni mi sento più ignorante di quando ho iniziato la redazione del volume e oltre ad aver già omesso una quantità importante di capitoli e pensieri devo almeno chiudere  i capitoli ancora a metà, o no? E se li lasciassi così, sospesi non finiti sfidando editore e lettore a concluderli loro? J Non penso sia possibile, quindi mi sa che mi chiuderò da qualche parte e lavorerò contemporaneamente ad operazioni di ampliamento e riduzione. Nella speranza di indovinare cosa Voi preferireste venga tagliato e cosa ampliato. Ah di che libro sto parlando? Questo lo scoprirete a maggio…
Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

mercoledì 18 febbraio 2015

L'acquila ha volato. Nota sulla Via


L’aquila ha volato. Le oscure acque avvolte da nebbie sottili la accompagnavano in una notte con il cielo coperto e le stelle velate, luna altrove. Bisogna penetrare nelle nere acque, scendere negli abissi più profondi ed arrivati al fondo scavare con le unghie, nella cripta i Maestri. Inquisire ed essere inquisiti, le ordalie non sono per tutti, ma solo per chi vuole procedere. Le “mistiche cerimonie” assai poco cerimoniose per gli sguardi chi si si aspetta fasti e segreti sfavillanti. Le tuniche sono grezze, tranne una, dare e ricevere, prendersi i propri debiti e reclamare i propri crediti. Il potere altro non è che uno strumento, chi lo coglie come fine è finito, ha finito il gioco prima ancora di iniziare. Saldo come roccia, leggero come il vento in una danza (macabra a volte) danza chi è sul cammino, i piedi nudi sulla fredda terra e dalla terra bisogna riemergere dopo la putrefazione, di inferno non ve ne uno solo, i più terribili quelli che l’essere costruisce per se, per ingabbiarsi temendo di volare. Oh poveri spiriti incatenati alla materia, drogati di illusioni alla pari di morfina per non cogliere il dolore del cancro che vi uccide. Mutare pelle come il serpente di stagione in stagione è un dovere come guardare la luce e la notte negli occhi vivendo ed esperendo la luce e le tenebre. Il sacro si manifesta in inconsueti modi e tutto è energia, la conoscenza e la consapevolezza degli scarti energetici sono del maestro, del MAGO.

Ho sentito e viaggiato

Gioia -  Salute - Prosperità

© Michele Leone

Immagine presa dalla rete
 

 

lunedì 16 febbraio 2015

Recensione alle recensioni del domenicale



 Per molti non è domenica se non ci sono i pasticcini dopo pranzo, per altri non è domenica se non ci sono partite di calcio da guardare, per me non è domenica se non acquisto il domenicale del Sole 24 Ore, indipendentemente dal fatto che riesca a leggerlo subito o lo lasci settimane in attesa di una lettura più o meno veloce.

Oggi sono stato fortunato sia perché sono riuscito a leggerlo sia perché con mia somma gioia ho trovato in “prima” una interessante recensione ad un libro su Giordano Bruno, meglio una recensione ad un libro sul monumento al filosofo nolano (quello in Campo dei Fiori a Roma). La recensione a firma di Sergio Luzzatto è interessante, come per gli appassionati di Bruno e non solo dovrebbe essere interessante il libro edito da Einaudi. Dovrebbe esserlo per il periodo storico in cui il monumento è stato eretto ed i personaggi che hanno contribuito alla sua realizzazione. A pagina 33 a firma di Massimo Firpo (il cui nome è più che garanzia, tra le altre cose è Accademico dei Lincei) una utile recensione di un “testo” edito nel 2014 che non può mancare nella biblioteca di ogni studioso od appassionato di cose bruniane: I 3 voll. editi sotto la direzione scientifica di Michele Ciliberto dalle Edizioni della Normale. Bastano questi due nomi per garantire serietà, scientificità ed “indispensabilità” dell’opera. Affrontare il pensiero dell’ “eretico impenitente”, sarà di certo più agevole con questo strumento. Sempre a pagina 33 da Giorgio dell’Arti troviamo una citazione del romanzo: Giordano Bruno davanti all’inquisizione. Dei tre, per certo il secondo è indiscutibilmente il più interessante; il primo è da leggere anche perché nella recensione “stranamente” non compare nessun riferimento alla Libera Muratoria. Non sappiamo se è data per scontata dal recensore l’influenza della Massoneria e dei massoni nell’erezione al monumento a Giordano Bruno o se l’autore ne è “dimentico”  nelle sue 392 pagine, questa dimenticanza tendiamo ad escluderla essendo professore di Storia della Scienza.

Appena li avremo “palpeggiati” entreremo nel dettaglio. Oltre a leggere i libri recensiti, per molti potrebbe essere interessante leggere anche i lavori dei recensori, Per ora buona lettura a tutti.

Domani sarà il triste anniversario di un omicidio inumano. Senza dietrologie e senza dimenticare che oggi c’è più barbarie che nelle epoche scure, potremmo prendere spunto dalle vicende umane ed intellettuali di quest’uomo dal carattere “difficile” per ricordarci che viviamo in uno degli infiniti mondi possibili e che l’unica e vera fonte di luce e civiltà è l’AMORE.

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

Immagini del Domenicale del 15/02/2015

Massimo Bucciantini, Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto, Einaudi, Torino, pagg. 392, € 32,00

Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini. Direzione scientifica di Michele Ciliberto, voll. 3, Edizioni della Normale, Firenze-Pisa, Istituto nazionale di studi sul Rinascimento, pagg. 2012, € 180,00

Jean Rocchi, Giordano Bruno davanti all'inquisizione, Stampa Alternativa, Viterbo, pagg. 112, € 8,00 disponibile anche in ebook

 
 

domenica 15 febbraio 2015

Mýstēs


Mýstēs una nota in preparazione di una nota…

E’ fondamentale notare al di là delle accezioni contemporanee della parola e di quelle intrise di religiosità popolare o teologica che mistico è nella sua natura vicino ai misteri ed alle iniziazioni. Non solo, essendo legato al verbo greco mýō e principalmente al chiudere gli occhi (ma alche la bocca) rimanda a tutti quei processi iniziatici che nella tradizione mediterranea iniziano ad Eleusi ed in una qualche forma proseguono ininterrottamente sino alla Massoneria od alla Fratellanza di Myriam. Non a caso il mýstēs è propriamente l’iniziato (ai misteri). Per certo non è un caso, il riferimento anche linguistico, alla privazione della vista, non è forse colui che aspira alla iniziazione in uno stato di tenebre ed ignoranza? Non bisogna scendere nelle profondità delle terra (o di se stessi) per poi risalire? Dopo aver visto, dopo aver conosciuto, l’iniziato non può far altro che tacere su quanto ha prima esperito e poi appreso.

Gioia-Salute-Prosperità

© Michele Leone

Immagine presa della rete, presumo che il credit sia di: Dariusz Klimczak. Nel caso l’autore dell’immagine ritenga che l’utilizzo della stessa sia inappropriato, sono disposto a cancellarla in qualunque momento.
#esoterismo #Eleusi

 


domenica 8 febbraio 2015

nuovo numero della rivista il cervo Bianco

Vi segnalo l'ultimo numero della rivista il cervo bianco, all'interno della stessa troverete un mio articolo. nella speranza di farvi cosa gradita vi riporto l'indice ed il link
http://www.ilcervobianco.it/
Buona lettura

Società Segreta dei Cavalieri dell' Apocalisse


Cavalieri dell’Apocalisse

  Nella domenica delle Palme del 1693, quando nella chiesa di San Pietro in Roma s’intonò l’antifona del salmo XXIV: Qui est iste rex gloriae? Chi è questo re di gloria? Quest’Agostino Gabrino con una spada alla mano fra i celebranti, gridando: Ego sum rex gloriae; io sono il re di gloria. Lo stesso fece egli nella chiesa di San Salvatore e fu perciò messo in un ospedale dei pazzi[1].

            Questo è il racconto dell’episodio più noto dei Cavalieri dell’apocalisse e del suo fondatore Agostino Gabrino. Gabrino, figlio di un mercante di Brescia e capo di questa setta, faceva chiamare principe del settenario e Monarca della Santa Trinità.

            I Cavalieri dell’Apocalisse professavano di difendere la chiesa cattolica romana dall’anticristo che li a poco sarebbe arrivato. Sulle loro dottrine poco si conosce e sembrano una miscellanea fanatismo, misticismo unito ad inquietanti visioni escatologiche uniti a propositi per il cambiamento della società. Sembra che praticassero od avessero intenzione di praticare la poligamia.

            Le insegne della setta erano una sciabola ed un bastone posti a croce, probabilmente simile a quella si Sant’Andrea. Una stella con sette raggi ed una coda che avrebbe dovuto rappresentare la spada vista da Giovanni l’ evangelista nell’Apocalisse. La stella era circondata da un filo d’oro che rappresentava il globo terrestre. Sulla stella o attorno ad essa vi erano i nomi degli arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele.

            La setta raggiunse il cospicuo numero di circa 80 affiliati di cui la maggior parte erano artigiani e commercianti. Avevano la consuetudine di avere sempre la sciabola al fianco anche mentre lavoravano. Un carpentiere del legno, affiliato alla setta, denunciò la stessa alla Santa inquisizione. Il Tribunale dell’inquisizione nel 1694 soppresse la setta dei Cavalieri dell’Apocalisse incarcerandone una trentina, i restanti membri si sciolsero.

            Alcuni hanno voluto vedere in questa setta alcune forme o similitudini con la massoneria speculativa e il Clavel sostiene che: “In questi ultimi tempi alcune logge di dipartimento ne hanno fatto un rito massonico.”[2]. A quanto ci risulta il Clavel è l’unico ad affermare che da questa setta sia nato un rito massonico. Se questo fosse vero, tale rito probabilmente sarà stato un rito minore e di ispirazione filo cattolica in una qualche forma.

 

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

 

Immagine presa dalla rete (i quattro cavalieri dell'apocalisse di Durer)



[1] Nuova Enciclopedia Popolare, Torino 1848
[2] Clavel F. T. e B., Storia della Massoneria e delle società segrete, Napoli 1873, pg 469

domenica 1 febbraio 2015

nota sulla fenice e osiride


La fenice o uccello di Bennu (deriva dal verbo wbn che sta per risplendere) è probabilmente il più conosciuto uccello mitologico e sotto diversi nomi compare in culture assai diverse tra loro. La fenice era l’uccello sacro della citta di Eliopoli.

“A sua volta una leggenda eliopolitana narrava che era nata dalle fiamme di un particolare albero all’interno del tempio, intonando soavemente un canto talmente bello da affascinare lo stesso Ra. La sua comparsa fu accompagnata da un grido creatore che in un testo dei sarcofagi era detto <<soffio della vita che proveniva dalla gola di Bennu>> e contemporaneamente, in una vertiginosa sovrapposizione simbolica, dal dio solare Ra il quale si definiva: <<Io sono colui che chiude e colui che apre e io non sono che Uno nel Nu. Io sono Ra alla prima apparizione governando ciò che ha fatto>>.                                        Il misterioso uccello divenne anche Osiride, il cui culto s’impose a partire dalla fine del III millennio. Nel libro dei Morti il dio dice, identificandosi con lo stesso Ra: <<La parola fu. Tutte le cose erano mie quando ero solo. Io ero Ra in tutte le sue prime manifestazioni. […] Io sono  questo grande Bennu che è in On [Eliopoli]. Io presiedo all’inventario di ciò che è e di ciò che sarà. Chi è questo? Il Bennu è Osiride in On. L’inventario di ciò che è e di ciò che sarà è il suo corpo, è l’Eternità e la perpetuità. L’Eternità è il giorno e la Perpetuità la notte>>. Era dunque la Parola creatrice, ma anche colui che scandiva il tempo in giorno e notte, in anni e in cicli: non a caso il tempio di Eliopoli era il centro regolatore del calendario.                                                                    Osiride era il dio che moriva e rinasceva, così cantato dal Libro dei Morti: <<Io sono il Grande figlio del Grande, la Fiamma figlia della Fiamma, la cui testa gli è restituita dopo che è stata tagliata […] io sorgo fuori dell’Uovo che è nella terra dei misteri>>. E in un altro passo dei testi dei sarcofagi: <<Io vengo dall’isola del fuoco […] come quell’uccello che riempì il mondo di quello che il mondo non sapeva>>.”[1]

Potremmo chiudere con il passo appena citato ed i suoi numerosi riferimenti interni la ricerca sul significato della fenice. Forse proprio in Egitto nasce quella lingua degli uccelli che poi ritroveremo richiamata nel medioevo con la parola gergo, con la vibrazione delle pietre nella edificazione delle cattedrali e così via fino a Fulcanelli. La ri-generazione della fenice è il fine ultimo della Grande Opera è il ritorno dell’artista che si rigenera dopo aver giustamente operato. Osiride è richiamato, inevitabilmente, in molte tradizioni e scuole iniziatiche e se non è esplicito il riferimento lo è implicito, come inevitabile è la morte che deve subire l’iniziando, inevitabile la rinascita dell’Iniziato. Nella semplicità degli antichi testi, che non parlavano solo all’intelligenza ed al pensiero razionale la grandezza dei misteri. Il richiamo alla parola, la parola prima che non può non essere creatrice perché essa e parola e non termine, perché essa ha nella sua essenza e natura la potenza (il potere di poter fare e quindi creare). La parola fu è scritto, probabilmente una parola assai diversa da come la intendiamo oggi giorno, una parola che probabilmente era più simile ad un suono, che probabilmente era più simile ad una vibrazione fatta di diverse frequenze in grado di modularsi in modi diversi e molteplici a seconda di quanto era manifesto e di quanto era celato, parola attributo Ra. E di Osiride, Horo (Arpocrate) è dio del Silenzio emblematicamente raffigurato imberbe e con il dito indice sulle labbra. La parola strozzata, l’impossibilità di dire e l’ancestrale ricordo (che al tempo stesso è promessa e presagio di quanto avverrà) alla gola taglia di Osiride nel segno gutturale dell’Apprendista Accettato in Massoneria, su questo non ci dilungheremo in questa sede in quanto altrove molti, troppi, hanno già detto bene o male.

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

Immagine presa dal bestiario di Aberdeen Folio 56r

Se ne consiglia la lettura. Qui il link: http://www.abdn.ac.uk/bestiary/

Questa nota è estratta da: Michele Leone, Misteri Antichi e Moderni, Indagine sulle società segrete, di prossima pubblicazione per i tipi della casa editrice Yume.
 
 


[1] Alfredo Cattabiani, Volario. Simboli, miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche, Milano 2000, pp. 515-516

Post in evidenza

Welcome http://micheleleone.it/

Ciao a tutti, oggi voglio segnalarvi la nascita del mio sito: http://micheleleone.it/ Spero di ritrovarvi numerosi su questa nuova piat...