L’emblema
XV di Andrea Alciato* è accompagnato dalla frase sopra riportata. L’idea non
era nuova nell’antichità e oggi sembra essere dimenticata. Per una volta non mi
cimenterò in interpretazioni iconologiche o non guarderò al passato che tanto
ha da insegnarci.
L’accesso
all’istruzione, dovrebbe essere garantito a livello planetario come l’accesso
all’acqua ed almeno ad una scodella di riso. In questo chiassoso mondo fatto di
eccesso di informazioni e di opinioni, spesso fanno più scalpore due tette, un
gattino orribile sui social, una partita di quello sport con 22 uomini in
mutande che rincorrono una palla che un “cattivo” maestro o quel quasi miliardo
di analfabeti sparsi per il globo e peggio gli n lobotomizzati di ritorno.
Combattere
per la salvaguardia e la tutela delle culture tradizionali e dare l’opportunità
ad ogni persona di seguire le sue proprie (vere) inclinazioni è dovere di ogni
individuo. Ogni stato che si rispetti, prima ancora di pensare a finti problemi
economici dovrebbe pensare alla formazione dei suoi propri cittadini. Se l’ignoranza
è paragonabile alla peggiore forme di terrorismo allora ci dovrebbero essere
dei reparti speciali che casa per casa vanno a “stanare” gli indigenti dello
spirito. Anche se vi è chi non ha interesse ad evolversi, e vuole restare parte
di un gregge di pecorelle atte ad essere munte o tosate dall’industria del non
pensiero, tutti devono avere la possibilità di scegliere cosa essere. Vi è più
dignità in chi pratica con passione e “scienza” le così dette arti meccaniche
che non in quelle sciacquette che si occupano di arti liberali in cerca di un
posto fisso. E’ inconcepibile che anche in Italia ci siano centri abitati che
non siano dotati di una Biblioteca pubblica fosse anche dotata di 40 libri e 2
giornali. Una biblioteca può e deve diventare uno dei centri di incontro della
comunità, dai bambini agli anziani, dallo studente alla casalinga. Creare
luoghi dove possano nascere e svilupparsi idee e competenze è compito dello
Stato, prima ancora di aiutare soggetti altri. Non pane e circo, anche se oggi
assistiamo ad una decuplicazione del circo (della peggiore specie) ed a una
sparizione del pane. Ma pane e possibilità di evoluzione della persona. Solo
dopo queste operazioni si può iniziare a parlare di cattiva o buona scuola, e
magari raddoppiare o triplicare gli stipendi degli insegnanti delle scuole dell’infanzia
e delle elementari (ovviamente solo a chi fa volare i bambini non a chi li
ancora con le pietre). No, non sono impazzito, la vera sfida sta e parte dalla
educazione e formazione dei bambini. Aiutare un bambino a crescere,
individuarne le capacità ed i talenti e aiutarlo a svilupparli è il compito del
Maestro. Da sempre la pancia vuota non aiuta il “genio” quindi dovremmo cercare
di lavorare non per il pane e circo, ma per pane e cultura (qualunque idea
accezione o definizione si voglia a dare a questa parola, quasi in disuso).
Gioia
– Salute – Prosperità
©
Michele Leone
Immagini
prese dalla rete
*Andrea
Alciato, Il libro degli emblemi,
intr., trad. e comm di Mino Gabriele, Milano 2015