Mentre lavoravo alla preparazione
del secondo volume de Il Mondo Secreto di De Castro, ho riletto il passo che
oggi vi riporto.
“Giunta la sera stabilita i
notturni segnali apparvero sulla montagna. Gesù e Giovanni si affrettarono a
recarsi al luogo del convegno; nel quale trovarono un mandatario dell’ordine
vestito di bianco. Furono da costui guidati a subire le loro prove; senza le
quali non avrebbero potuto entrare nel luogo ove erano radunati i membri
dell’ordine; compiute le quali furono condotti nel seno dell’assemblea, ove i
fratelli stavano seduti in semicerchio divisi secondo i quattro gradi della
sapienza. Alla presenza di quei sapienti, le cui candide vesti porgevano
testimonianza dell’innocenza del loro animo e della loro vita, i due
giovinetti, con la mano destra appoggiata sul petto e la sinistra stesa lungo
il fianco, pronunciarono con purissimo affetto i loro voti, e promisero di
rinunciare ai tesori terrestri, alla gloria e alla potenza di quaggiù; e
giurarono, dando e ricevendo un bacio fraterno, obbedienza e segretezza. Dopo
di che furono (così volevano gli statuti dell’ordine) condotti in una remota
caverna, ove restarono tre giorni e tre notti a meditare sulla nuova vita a cui
erano chiamati; e la terza sera furono ricondotti nell’assemblea per essere
interrogati, ed indi per pregare in comune; e ricevuto di bel nuovo fraterno
bacio, furono vestiti di bianco, meritando quel simbolo con la schiettezza e purezza
del cuore; e si diede loro un piccolo alveare, emblema dell’operosità della
setta. Intonato il canto di lode e sedutisi da soli, come impongono le regole
dell’ordine, e non in comune, al banchetto d’amore e di carità, furono
congedati, affinché rimanessero in completa solitudine dodici lune, nella
custodia dell’antico, per rendersi degli delle novelle iniziazioni.
Passato
l’anno, l’ordine li riebbe più ferventi che mai, e più deliberati alla missione
che avevano assunta. Nella meditazione e nel digiuno il loro spirito
grandeggiò; e gli inattesi incrementi svelarono la natura e la potenza divina.
Però i successivi gradi si dischiusero ad essi come a figli amatissimi; e
compiute le obbligatorie e rituali prove ebbero nell’ordine seggio degno della
loro sapienza e delle loro virtù”.
E’ mia intenzione, leggere questo
passo come una “favola”, ma in questa “favola” ci sono degli elementi che sono
o dovrebbero essere caratteristici di molte scuole iniziatiche passate e
presenti. Mi limiterò a sottolinearne un paio. Tipico delle scuole iniziatiche
è il giuramento obbedienza e segretezza,
non deve stupire che lo si ritrovi nella iniziazione degli Esseni. L’essere
vestiti di bianco da un lato rimanda al candidato e dall’altro alla purezza che
la maggior parte delle scuole iniziatiche hanno come divisa, è quasi superfluo
ricordare che questo è il colore del grembiulino che cinge i fianchi degli
Apprendisti Accettati nella Libera Muratoria. La metafora o simbolo dell’alveare
è presente nella tradizione ermetica, e ad esso ed alle api fanno riferimento
numerosi autori di scuola Rosa+Croce, come la famosa rosa alveare che su trova
nel testo Summum Bonun di R. Fludd ed
il motto Dat Rosa Mel Apibus. Il
periodo di solitudine di dodici lune, simile alla lunghezza di un anno ha
molteplici richiami con le scuole iniziatiche. In ultimo, nonostante ai
candidati siano state riconosciute qualità divine, la scuola degli Esseni non
si esenta dal compiere le obbligatorie e
rituali prove; questo è quanto avviene o dovrebbe avvenire in ogni società
Tradizionale ed Iniziatica. Non importa chi sia il candidato, la ritualità e le
prove non sono un orpello.
A queste brevi e veloci considerazioni se ne potrebbero aggiungere molte altre e di varia e più profonda natura, ma l’ora è tarda…
A queste brevi e veloci considerazioni se ne potrebbero aggiungere molte altre e di varia e più profonda natura, ma l’ora è tarda…
Gioia – Salute –
Prosperità
©Michele Leone
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