METUSCHELAH:
La Rinascita dell’Uomo
Il lavoro che ho intenzione di
presentarvi, nasce più da riflessioni di tipo teoretico che da ricerche
storiche. Anche se storia e storiografia sono state per me quello che fu
Virgilio per il “POETA” nella Commedia.
Userò a modo di prologo le belle
parole di Gioacchino: “ Non è una fatica da poco quella che in questi giorni ci
attende. Ma per queste incombenze chi sarà adatto? Infatti, forse colui che
potrebbe rifiuta, mentre colui che vorrebbe non ne è in grado; a chi appartiene
l’eleganza del discorso, manca la scienza, a chi è concesso il sapere, è negato
il dire appropriatamente. Così, dunque, nessuno sarebbe adatto. Ma forse tutti
vanno giustificati allo stesso modo? Colui che non sa, sebbene non per
trascuratezza o per negligenza, ha una scusante, o del tutto degna di fiducia
o, comunque, plausibile; Colui a cui è concesso di conoscere, anche se in parte,
non ne ha nessuna o quasi nessuna. Ma forse, giacché dico queste cose, io mi
attribuisco una delle due eventualità, di modo che avrei la presunzione di
arrogarmi il merito della scienza? Assolutamente no. Piuttosto io, che mi
riconosco nell’una del tutto insufficiente, nell’altra temo molto il giudizio.
Poiché, anche se non posso credere di essere sapiente, se non per stupidità,
tuttavia non potrei scusarmi di ignorare ciò che sono tenuto a dire, se non per
falsità. Parlerò, quindi, come potrò, nel caso contrario indicherò con dei
cenni. E se non posso imitare gli uomini, imiterò l’animale senza intelligenza,
o altrimenti l’uomo privo di parola, che a cenni va indicando ciò che ha visto.
“[1]
.
Quello di cui vi voglio parlare è il
sogno delle utopie, che va da Platone
a Campanella ed anche oltre, in altri termini il tentativo di realizzare un
mondo migliore il mondo dell0’armonia e della pace. Nella maggior parte dei
testi sullo “Stato”[2]
scritti da filosofi e uomini di scienza,
sono presenti due fattori che potremmo definire fissi. Questi due fattori sono:
1° la presenza di un capo o di un insieme di uomini illuminati 2° un’intera
popolazione che ha avuto modo di evolversi e che si autogovernano scegliendo
democraticamente i propri capi. Cosa vogliono indicarci questi due
fattori? Il primo rappresenta un tipo di
civiltà che ha ancora bisogno di una guida per evolversi; il secondo
rappresenta civiltà già avanzate, ovvero che non hanno più bisogno di guide, ma
di rappresentanti. Comunque, sia nel primo che nel secondo fattore c’è qualcosa
di comune, ovvero il raggiungimento di una meta, che in base agli elementi che abbiamo
e poco nota, che porti o il capo o l’intera popolazione ad un’evoluzione.
Questa evoluzione è la presa di coscienza di qualche cosa. Il nostro scopo in
questo momento è quello di andare a verificare quello che accade e rende
presente ed operante questa presa di coscienza.
Per affrontare questa indagine ci
distaccheremo dalla pista storica per entrare in quella teoretica. Cosa
permette ad un soggetto o ad un insieme di soggetti di innalzarsi e desiderare
un mondo antitetico o quasi a quello nel quale vivevano prima? Le risposte
potrebbero essere molteplici, ma a noi interessa una in particolare. Dal nostro
punto di vista solo la conoscenza e quindi la conoscenza filosofica in senso
stretto, possono permettere al soggetto di arrivare a concepire un mondo
diverso da quello della sopraffazione. Prima di andare avanti è opportuno
soffermarci un momento su quello che significa conoscenza filosofica o quanto
meno il significato che attribuiamo al termine filosofia in questo ambito. Per
noi parlare in questa sede di filosofia e di conoscenza filosofica in senso
stretto equivale a dirsi amore per Sofia e amore per Sofia rappresenta il
percorso che porta il soggetto da essere semplicemente un ricercatore di qualche
cosa a essere uomo rinato dopo la morte. Cosa significa rinascita? La rinascita
alla quale ci stiamo riferendo è la rinascita dopo di tutti coloro che muoiono
dentro se stessi, che sacrificano la loro coscienza per far si che una volta
liberato il cuore da inutili sovrappesi il soggetto rinasca Uomo. A questo
stato di cose l’Uomo purificatosi dalle nefandezze che fino a quel momento lo
avevano accompagnato deve prendere atto di un’altra cosa. In lui si è sviluppato
JERED ( Il Cristo che nasce e si sviluppa dentro di noi ). A questo punto
abbiamo un Uomo che oltre ad aver raggiunto la conoscenza filosofica, sviluppa
dentro di se quello che in ebraico si chiama Jered, ma che nel Nostro
Rinascimento un Domenicano chiamò Eroico Furore[3].
L’accostamento può sembrare audace e forzato, ma in realtà a livello
concettuale le due cose sono simili. Ovvero, sia l’uno che l’altro concetto
spingono l’uomo verso la Fratellanza, l’Uguaglianza
e la Libertà di pensiero ( con tutto quello che implicano ) e lo spingono alla difesa
dei propri ideali fino all’estremo sacrificio, la morte della carne.
Riassumendo, possiamo dire di aver
individuato nella conoscenza filosofica il motivo o un probabile motivo di
perfezionamento da parte dell’uomo. Ma l’Uomo che si è perfezionato attraverso
lo studio e l’applicazione della filosofia e che quindi sa cose che altri non
sanno, come agisce nei confronti degli altri individui?
Prima di rispondere a questa domanda
è necessario aprire una parentesi. Metuschelah ( la coscienza deve morire in se
stessa per fruttificare nel mondo materiale al fine di produrre l’abbondanza e
l’armonia nelle terre degli uomini ) e Jered non sono due termini-concetto da
leggere separatamente, ma bensì, uniti. In altri termini: il primo non ha
possibilità di realizzazione senza il secondo. Non fosse altro che per la
profonda simbiosi che li unisce. Questi due concetti sono intimamente
legati e noi attraverso la filosofia e Jered dobbiamo arrivare a Metuschelah.
Infatti questo è il punto di arrivo,
quello stato o situazione in cui essendo tutti liberi si potranno iniziare i “lavori”
per l’edificazione dei templi e degli uomini più vicini all’armonia di quanto
non lo siamo oggi. Uomini che abbiano la giusta componente di Sale, Mercurio e
Zolfo, come ritenevano gli alchimisti rinascimentali.
Tornando al nostro discorso
principale, è arrivato il momento di rispondere alla domanda sul comportamento
degli individui che sanno nei confronti di quelli che non sanno.
La risposta
è più che ovvia in base al discorso fatto, i primi sentiranno il bisogno spontaneo
di trasmettere la loro conoscenza e di aiutare l’altro perché l’armonia e la
prosperità si possono raggiungere solo con la Fratellanza.
Volendo insistere in senso
esplicativo riguardo al concetto di fratellanza chiamerò in causa due concetti
fondamentali: quello di GNOSI e quello di CONOSCENZA. Parlando di gnosi
dobbiamo cercare di intenderne esattamente il significato in senso ermetico[4].
Così come è lecito supporre, la gnosi è un processo cognitivo assolutamente
legato alla maturazione spirituale e psichica (
da Psyche = Soffio = Anima ) dell’individuo che spinto dal proprio
equilibrio interiore, che è quindi presupposto, nuove la propria essenza verso la cognizione di causa delle forze
creatrici e verso la cognizione di causa della loro esteriorizzazione. Si tratta, dunque, di un vero e proprio “moto
planetario”, del proprio essere[5]
votato alla “conquista” di ciò che è più sublime e raggiungibile.
Ma l’esercizio
della gnosi è un punto d’arrivo, ed io stesso devo conoscere ancora chi può
essere così esaltato e presuntuoso da affermare di essere Illuminato.
La gnosi,
dunque, presuppone come suo attributo quello dell’individualità, e la rinascita
dell’uomo è la rinascita dell’individuo.
Come si sposa la gnosi con la conoscenza?
La mia
provocazione tende proprio ad esplicitare questo rapporto. Se conoscenza
significa conoscere insieme ( da Co - Gnosco ), essa presuppone un fatto di
coscienza. Ma la coscienza è in “verità” un fatto prettamente individuale. Se
la conoscenza è un rapporto ed un incontro tra due o più coscienze, ciò
significa che la crescita collettiva o di gruppo intorno agli stessi contenuti
suppone un’interiorizzazione individuale dei medesimi contenuti; ogni vissuto è
infatti il presupposto di un microcosmo individuale, di cui non può essere
ignorata l’importanza all’interno dell’interiorizzazione stessa.
Diciamolo allora: se chi è sulla strada
della gnosi è sulla strada della rinascita, nell’estendere la propria
esperienza al singolo come al gruppo, deve fare i conti con ogni vissuto, con
ogni coscienza, con ogni microcosmo. Ma essendo questi attributi dell’individualità,
avremo un conflitto tra ciò che tende al generale e ciò che è particolare. E’
qui che interviene il concetto delle Libertà dell’individuo. E’ qui che nasce l’esoterismo
dei contenuti, il quale verte a valorizzare la scoperta e la conquista della gnosi
da parte di ciascuno. Ma ciò non significa
affatto che esso sia una realtà da mettere sotto sale. Tutt’altro: E’ con la
divulgazione equilibrata e controllata che si da la possibilità a chi può di
attingere ad un pozzo altrimenti invisibile. Se di libertà stiamo parlando, è
allora lecito parlare di “libertà di possibilità”, che valorizzi il concetto
stesso di rinascita; essendo legato al concetto di possibilità di rinascita.
Combattere
per la libertà significa, dunque, lottare per la possibilità di diventare UOMINI.
Michele Leone
[1] Gioacchino da Fiore, Sull’Apocalisse, tr. it. e a c. di Andrea Tagliapietra,
Feltrinelli, Milano 1994, pp. 131-133.
[2] Possono essere di riferimento: 1) La
Repubblica di Platone, 2) La città di Dio di Agostino, 3) La città del sole di
Campanella, 4) Il Principe di Macchiavelli, 5) Utopia di More, 6) Il Leviatano
di Hobbes, 7) Per la pace perpetua di Kant, 8) La Bibbia.
[3] Giordano Bruno, Degli Eroici Furori, Laterza Bari-Roma, 1995.
[4] Può essere interessante consultare il Pimandro, di Ermete Trismegisto.
[5] Si vedano le concezioni della filosofia
rinascimentale con i dovuti riferimenti alla filosofia tardo Egizia ( Platonica, Pitagorica, Ermetica ).
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