PREMESSA
Non seguendo l'opinione di molti amici (come sempre), ho deciso di
"pubblicare" questa leggenda su Salomone ed Hiram. Questa leggenda si
trova all'interno di uno dei IX volumi de "il mondo secreto" di G. DE
CASTRO (non dico il volume per stuzzicare i curiosi a trovarlo) pubblicati a
Milano da Daelli e C. nel 1864 e che nei prossimi mesi verranno ripubblicati
per i 150 anni dalla prima stampa da Mondi Velati Editore di cui sono il
modesto curatore. Questa leggenda può essere letta a più
livelli, come semplice storia o con contenuti profondi o addirittura
esoterico-reazionari; in altri termini si può leggere in modo letterale,
morale, allegorico o anagogico. I buoni di sempre cambiano ruolo, le passioni
ed i sentimenti rendono umani personaggi spesso dipinti in altro modo e la
genealogia di Hiram pesa come macigno e si vivifica in un brano di questa
leggenda che oggi sarebbe definito fantasy, che qualcuno potrebbe
descrivere come visione e qualcun' altro come puro insegnamento misterico. Il
mio punto di vista in questa sede non è importante; spero che anche voi
possiate restare affascinati da questa storia e vi possa spingere a cercare i
vari significati e le vare versioni.
Una storia per tutti, quasi la trama di una telenovela o di un film
d'azione, ma che tutti i così detti esperti della materia(soprattutto gli “scozzesi”)
dovrebbero conoscere nei suoi sviluppi di cui troppo spesso per superficialità
ignorano anche i fondamentali. Pubblicherò a "puntate"
questa leggenda per non creare un unico post di dimensioni chilometriche.
Se qualcuno volesse pubblicare, copiare ed incollare la leggenda non
dimentichi di citarne l'autore che non è il sottoscritto ma G. DE CASTRO.
Nella
speranza che le prossime righe possano incuriosire qualcuno ed essere utili a qualcun
altro vi ringrazio ed auguro
buona lettura
Michele Leone
P.S. La leggenda è ancora nella sua forma ottocentesca e con alcuni
inevitabili refusi in quanto ancora in forma di bozza, spero non me ne
vogliate.
Salomone, Balkis ed Adonhiram
Questo gigante, figlio d'un mito che non è più inverosimile di quelli
onde ribocca il romanzo biblico, ed è per avventura di non pochi d'essi più
poetico, operò prodigi. Per lui cento cinquantamila operai, sorvegliati da
tremila e trecento ufficiali, distribuiti in tre classi (novizi, compagni e
maestri), con parola d'ordine per riconoscersi, eressero meraviglioso edificio,
di cui ancora si vedono le immani fondamenta, al quale pose mano, come a poema
architettonico, cielo e terra. Egli elevò porte di cento cubiti di marmo bianco
coperte di lastre d'oro, e con fregi aurei a mo' di grappoli d'uva
squisitamente lavorati e sì massicci che sol trecento uomini potevano levarli.
Egli eresse il tremo di Salomone di :fino oro con mirabile industria cesellato,
e fece molte altre opere esimie, che in tutte le arti era valente e provetto.
Melanconico nella sua grandezza, egli viveva solitario, da pochi compreso, da
pochissimi amato, odiato da moltissimi, ed altresì da Salomone, invidioso della
sua gloria e del suo genio. Or ecco che la fama della sapienza di Solimano Ben
Daud (Salomone) si sparse: fino ai più remoti confini della terra; e Balkis,
regina di Saba, venne a Gerusalemme per salutare il gran re e contemplare le
meraviglie del suo regno. Ella trovò Salomone assiso sovra trono di cedro
dorato, vestito di stoffa aurea, sicché a primo tratto le parve vedere statua
d'oro con mani d'avorio; ma Solimano le mosse incontro, e rendendole onore con
ogni maniera di festose accoglienze, subito la condusse a vedere suo palazzo,
indi le grandiose opere del tempio; e la regina non si stancava d'ammirare. Il
re fu preso dalle bellezze di lei, e il fuoco de' suoi sguardi gli penetrò sì dentro
che in breve la richiese in sposa, e Balkis, lieta d' aver domato quel cuore
superbo, gli concesse sua mano. Però, visitando il regio palazzo, e ammirando a
parte a parte i lavori del tempio, quante volte chiedeva il nome dell' artefice
che aveva operato tante e sì grandi cose, il re le rispondeva: - È desso un cotale
- Adonhiram, uomo singolare e di cupa indole, che mi fu mandato dal buon re che
governa sovra i Tiri - Balkis chiede che Adonhiram le venga presentato: e
Solimano procaccia rimuoverla da tale idea; ma facendole vedere i vasi e le
statue e le colonne, e parlandole del mare di bronzo che sta per essere fuso,
la regina gli chiede: - Chi ha erette quelle colonne? Chi cesellati quei vasi? Chi
scolpite quelle statue? Chi fonderà il mare di bronzo? E Solimano deve
risponderle: - Adonhiram - La regina desidera vederlo; e il re deve
consentirglielo. L' artefice misterioso condotto dinanzi la regina, e leva su
lei l'ardente sguardo onde ella si sente commossa nel profondo del cuore. Racquistata
la calma, ella lo interroga e lo difende dalle accuse che la malevolenza e la
nascente gelosia di Solimano gli muovono; e chiedendo di vedere l'innumerevole
milizia di lavoratori che attendono all' opera del tempio, e pretestando Solimano
l'impossibilità di riunirli ad un tratto, Adonhiram sale sopra un macigno per
essere da lungi veduto, e levando la diritta mano segna nell' aria il T
simbolico; e accorrono da tutte parti operai, ubbidienti ad ogni suo cenno,
esercito schierato a battaglia; del che la regina meraviglia grandemente, e si
pente della promessa data a Solimano, perché già accesa d'amore pel solingo e
possente artefice.
Molto Bene!
RispondiEliminaSempre carico di Idee.
Antonio
grazie Antonio :)
RispondiEliminaGrande! Fin dal primo post, tutto estremamente interessante.
RispondiEliminaA quando la seconda puntata?